Dove vederlo: Al cinema
Titolo originale: Eden
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: Noah Pink
Cast: Jude Law, Vanessa Kirby, Daniel Brühl, Sydney Sweeney
Musiche: Hans Zimmer
Produzione: USA 2025
Genere: Drammatico
Durata: 130 minuti
Photo credit: Jasin Boland
Trama
Trasferitisi sull’isola deserta di Floreana (Galàpagos) dopo essere fuggiti dalla Germania infarcita di valori borghesi e ancora disastrata dall’esito del primo conflitto mondiale, il filosofo tedesco dr. Friedrich Ritter (Jude Law) e la sua discepola Dore Strauch (Vanessa Kirby) cercano di preservare il proprio idealismo in un clima di pacifica solitudine.
Un idillio destinato a finire molto presto a causa della forzata convivenza con i coloni Margret (Sydney Sweeney) e Heinz Wittmer (Daniel Bruhl) insieme al cagionevole figlio Harry. Ecco poi sopraggiungere l’ereditiera “baronessa” Eloise Wagner de Bousquet (Ana de Armas) e i suoi amanti servi. La donna ha intenzione di costruire un hotel di lusso per ricchi miliardari. Complice maltempo e asprezza del contesto ambientale, la situazione porterà a dissidi, tensioni e scontri sempre più pericolosi.
Recensione
Nella pièce di Jean-Paul Sartre A porte chiuse, tre personaggi si trovano rinchiusi in una stanza che simboleggia l’inferno. Non subiscono punizioni fisiche, ma la loro condanna è quella di essere costretti a vivere insieme per l’eternità, senza possibilità di fuga né spazi di intimità. È proprio attraverso questa condizione di prigionia psicologica che Sartre giunge alla sua celebre riflessione: “L’inferno sono gli altri”.
Ambientato fra le due guerre mondiali, Eden si svolge in un’epoca tragica, flagellata da eventi devastanti dal punto di vista storico-politico: l’ascesa del fascismo, la scalata al potere di Hitler, la crisi economica della Grande Depressione e le crescenti tensioni internazionali che avrebbero presto condotto allo scoppio del secondo conflitto.
L’isola di Floreana, nascosta nel remoto arcipelago delle Galapagos, appare agli occhi di chi la abita come un autentico paradiso terrestre, lontano dall’afa opprimente che avvolge le terre oltre il mare. L’umanità appare smarrita, privata della propria essenza, e solo all’interno dell’isolamento si riesce a riscoprire una condizione più autentica e armoniosa, soffocata altrove dal caos della guerra.
E se il nuovo lungometraggio di Ron Howard, a prima vista, potrebbe sembrare un semplice esame antropologico e sociologico sull’esistenza umana nel Novecento, in realtà si rivela ben più profondo, complesso e, soprattutto, critico: una convivenza forzata in cui emergono invidia, ambizione di supremazia e una spietata lotta per il potere.
L’Eden tanto celebrato, ammirato e desiderato inizia a perdere la sua purezza, corrotto proprio da colui che più di tutti aspira a esaltarne il valore: l’uomo. Nel suo tentativo di modellare il paradiso secondo le proprie esigenze, finisce per mutarlo nell’inferno da cui era fuggito come se, in fondo, ne provasse una segreta nostalgia. La pellicola si configura come un perfetto ibrido, un intreccio di elementi, richiami e suggestioni in cui il thriller domina la scena.
I protagonisti si scontrano in un gioco di astuzie e alleanze, manipolandosi a vicenda per comprendere e comprimere le debolezze altrui, lasciando lo spettatore senza fiato in numerose sequenze. L’arrivo della bellissima Eloise Wagner de Bousquet, tanto incantevole e magnetica quanto enigmatica e malvagia, provoca una frattura negli ideali, nei valori e nei principi dei protagonisti. È come se i personaggi stessero lentamente sprofondando in un abisso di tutto ciò che hanno sempre disprezzato.
Eden non si limita a seguire il consueto schema della lotta per la sopravvivenza, ma si sviluppa attorno alla competizione per la supremazia del benessere, presentando figure ben scritte e strettamente legate al contesto in cui si muovono. Questi protagonisti non esitano ad adottare la forza, la violenza e l’astuzia per perseguire i propri obiettivi, dimostrando un’inquietante mancanza di scrupoli nel farlo.
Grandi nomi e volti noti ci guidano in questo viaggio verso una terra che, pur essendo distante, ci appare straordinariamente vicina. L’intero cast si muove in un contesto primitivo e degradato, al punto da diventare quasi irriconoscibile, adattandosi con naturalezza alla durezza (e crudezza) dell’ambiente circostante.
Le vicende che si svolgono a Floreana sono avvolte da un alone di mistero ancora oggi inspiegabile, a cui il film azzarda a dare delle risposte, cercando di illuminare gli angoli oscuri di una storia complessa e sfuggente, senza però mai pretendere di svelare completamente la verità. In questo gioco di finzione, la pellicola ci invita a riflettere sulle molteplici interpretazioni della realtà, offrendo uno spunto per interrogarsi su ciò che possiamo veramente conoscere e comprendere, e su ciò che resterà nel profondo segreto.
Curiosità
Ron Howard e Daniel Brühl avevano già collaborato nel 2013 con il film Rush. In occasione della première al Toronto International Film Festival, Brühl ha parlato di Howard come di un mentore e di una figura paterna che ha avuto un ruolo fondamentale nella sua carriera.