Dove vederlo: Al cinema
Titolo originale: Fuori
Regia: Mario Martone
Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo
Cast: Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie
Musiche: Valerio Vigliar
Produzione: Italia, Francia 2025
Genere: Drammatico
Durata: 117 minuti

Trama
È il 1980 e la scrittrice Goliarda Sapienza (Valeria Golino) finisce in carcere per un gesto inaspettato: il furto di alcuni gioielli. Qui, conosce Roberta (Matilda De Angelis) e Barbara (Elodie), detenute con le quali instaura un profondo rapporto di amicizia e un legame fatto di complicità.
Recensione
Presentato in concorso al 78° Festival di Cannes, Fuori di Mario Martone è la libera trasposizione dei romanzi L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio di Goliarda Sapienza, testi autobiografici della scrittrice in cui il suo vissuto personale si mette da parte prestando voce alle donne conosciute a Rebibbia durante la sua detenzione nel 1980 e poi nel “carcere fuori dal carcere” di Roma, alla ricerca di quel rapporto di complicità e sorellanza percepito dietro le sbarre, forse impossibile da concretizzare fuori, anche se “fuori” dal carcere non lo si è mai davvero.
A questo importante e rivoluzionario materiale narrativo della Sapienza – che gettò una nuova luce sul sistema penitenziario italiano – Martone e la sceneggiatrice Ippolita Di Majo aggiungono elementi biografici ulteriori su Goliarda stessa. Senza cadere nel biopic classico, in quanto il film si continua a soffermare solo su uno specifico spaccato di vita, Fuori si trasforma così in un’opera molto più incentrata sulla sua autrice che sulle protagoniste degli scritti, diventando quindi il racconto dell’antefatto che ha portato alla pubblicazione dei due testi principali prima citati.
Non viene quindi resa giustizia in quanto a trasposizione dei contenuti, al lavoro di Sapienza, ma il film riesce a interessare lo spettatore al punto dal spingerlo a recuperare queste e altre opere dell’autrice una volta uscito dalla sala cinematografica. Fuori si pone perciò come introduzione alla figura di Goliarda Sapienza e alle sue opere, con un inizio e una fine che potrebbero anche riuscire a soddisfare, seppur sia più probabile che vadano a lasciare spazio al bisogno di saperne ancora di più.
La creazione di un’opera simile non è del tutto sbagliata, anzi ha un suo senso quasi crossmediale, eppure la sensazione che si potesse fare qualcosa di diverso e maggiormente efficace resta, non tanto sul piano narrativo quanto su quello registico: la messa in scena di Martone è curata e restituisce molto bene l’afosa estate romana così come gli anni ‘80, tuttavia manca di virtuosismo, di un modo di comunicare proprio del cinema d’autore.
Decide invece di farsi da parte, lasciar parlare i personaggi e la storia. È, insomma, una regia che rimane emotivamente fredda. Un materiale del genere avrebbe probabilmente richiesto una visione più contemporanea e/o femminile per comunicare quel qualcosa in più nello spettatore, un qualcosa che ritroviamo solo sullo schermo.
Il cast compie un ottimo lavoro sul set, padroneggiato da Valeria Golino nel ruolo di Goliarda, la cui performance viene esaltata dall’innegabile chimica con Matilda De Angelis, in un rapporto quasi morboso tra la scrittrice e una giovane compagna di carcere. Menzione d’onore anche a Elodie, in un ruolo più ridotto ma centrato per la cantante ormai ufficialmente anche attrice, e alle tante donne che in parti minori hanno contribuito a ricreare l’immaginario del carcere femminile.
A conti fatti, Fuori è una scommessa vinta a metà ma è probabilmente la metà che più conta: quella che spingerà a scoprire una delle scrittrici più importanti del ‘900.
Curiosità
Goliarda Sapienza è stata riscoperta come scrittrice soltanto dopo la sua morte avvenuta nel 1996: “L’arte della gioia”, suo capolavoro letterario al quale ha dedicato ben dieci anni, è diventato prima un best seller in Germania e Francia, poi in Italia a partire dal 2008, anno della pubblicazione con Einaudi.