Titolo originale: I bambini di Gaza
Regia: Loris Lai
Sceneggiatura: Loris Lai, Dahlia Heyman
Cast: Marwan Hamdan, Tom Rhys Harries, Lyna Khoudri
Musiche: Nicola Piovani
Produzione: Italia, USA, Belgio 2024
Genere: Drammatico
Durata: 110 minuti
Trama
Tratto dal romanzo omonimo di Nicoletta Bortolotti, la pellicola diretta da Loris Lai racconta la vita dell’undicenne palestinese Mahmud (Marwan Hamdan) durante la seconda intifada, la rivolta palestinese anti-israeliana degli anni 2000-2005. Mahmud cerca di aiutare la madre vedova crescendo in una città che sanguina.
Recensione
“Racconterò al mondo che abbiamo un cuore e dei sogni, e che non siamo solo dei ribelli.” – dice nel film una bambina palestinese, che vuole diventare scrittrice. Ma a Gaza i sogni sono bloccati dalle macerie: nelle vene infantili scorre la rabbia dell’intifada, trasmessa di generazione in generazione. I bimbi sanno chi devono odiare, anche se non sanno perché, giocano a “ebrei contro palestinesi” fingendo di uccidersi.
Il gioco affonda nella realtà, così la regia di Loris Lai fa immergere il pubblico negli occhi freddi dei baby-soldati, che diventano martiri ancora prima di diventare grandi. La macchina da presa è onnisciente e dinamica, insegue i bambini che scappano dalle bombe, si insedia negli incubi surreali di Mahmud e nelle onde del mare. L’unico barlume di libertà, infatti, è il surf, come dice la prima pagina del libro da cui è stato tratto il film:
“Mi chiamo Mahmud e abito in un posto che dicono terra di tutti e di nessuno. […] Ho un’unica passione, un unico sogno, un’unica fissa: il surf. Ma nel posto dove vivo, fare surf è sicuro come camminare a occhi bendati in un branco di leoni.”
Il surf corrisponde a una grande opportunità di crescita per lui, l’occasione di entrare in contatto con un bambino ebreo e con un ex campione di sportivo. La sceneggiatura, scritta da Lai e Dahlia Heyman, è spietata e tenera, esattamente come lo sono i bambini. Ripercorre e restituisce, infatti, un ventaglio di emozioni forti senza scadere nella pornografia del dolore.
In questo periodo storico, il film rappresenta un atto di coraggio e un’occasione collettiva per conoscere in prima persona alcuni aspetti di una guerra che sembra non finire mai, e dare voce e tridimensionalità a chi la vive.
Curiosità
Una grossa difficoltà aveva messo a rischio la presenza dei giovanissimi attori: l’ottenimento dei documenti necessari per farli arrivare in Tunisia (dove era localizzato il set). Tali documenti sono stati firmati dal presidente palestinese una settimana dopo la data stabilita di inizio delle riprese, quando ormai il cast aveva perso le speranze.
Immagini: © Eagle Pictures