- Cinema e divano

Il Nibbio

Dove vederlo: Al cinema

Titolo originale:  Il Nibbio

Regia: Alessandro Tonda

Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Lorenzo Bagnatori

Cast: Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco, Davy Eduard King

Musiche: Paolo Vivaldi

Produzione: Italia 2025

Genere: Drammatico

Durata: 108 minuti

Trailer

   

Photo credits: Riccardo Ghilardi

 

Trama

4 febbraio 2005. A Baghdad si consuma il drammatico rapimento di Giuliana Sgrena (Sonia Bergamasco), giornalista de Il Manifesto, per mano di una cellula terroristica. Il direttore generale del SISMI Nicola Calipari (Claudio Santamaria) si adopera per riportare la cronista a casa sana e salva, coordinando una delicata operazione di intelligence e parallelamente portando avanti una negoziazione lunga e tesissima.

Recensione

A vent’anni dalla tragica scomparsa di Nicola Calipari, il grande schermo riporta alla luce un evento che ha segnato profondamente la recente storia italiana. Il Nibbio, diretto da Alessandro Tonda, si presenta come un’opera non solo “storica” ma toccante, un ritratto intenso dell’uomo dietro il funzionario del SISMI interpretato da Claudio Santamaria.

La pellicola – prodotta da Notorious Pictures con il supporto di Rai Cinema e Netflix – ripercorre i ventotto giorni che hanno preceduto l’uccisione di Calipari il 4 marzo 2005, evidenziando le sue sfide personali e professionali e mettendo in luce il valore della sua missione: proteggere gli altri a ogni costo.

La narrazione si sviluppa seguendo le giornate di Calipari fra il duro lavoro e i momenti trascorsi con la sua famiglia. Lungo il percorso, vediamo Calipari affrontare la complessità delle dinamiche geopolitiche coinvolte nella vicenda. L’operazione per il rilascio di Giuliana Sgrena culminerà tragicamente con il sacrificio di Nicola Calipari, ucciso per errore da un soldato americano mentre tentava di portare in salvo la reporter.

Alessandro Tonda adotta una regia misurata e discreta, lasciando che siano la sceneggiatura di Sandro Petraglia e le interpretazioni degli attori a dare forza al racconto. Evitando virtuosismi estetici o scelte stilistiche forzate, il film mantiene il focus sulla vicenda e i suoi protagonisti. Non cade nell’enfasi retorica, ma sceglie di concentrarsi sul confitto interiore di Calipari, sospeso tra dovere e affetti familiari.

Il Nibbio alterna momenti di grande intensità emotiva a pause riflessive ben calibrate, riuscendo a fondere due dimensioni narrative complementari: da un lato, quella fatta di tensione e strategie operative, dall’altro il ritratto umano di Calipari con le sue paure, le responsabilità e il senso del dovere.

La prima metà del film costruisce questa tensione con grande precisione, senza mai indulgere in tecnicismi inutili o eccessi di spettacolarizzazione. Nella seconda parte, però, la pellicola trova un equilibrio più solido tra le dinamiche personali e gli eventi storici, regalando un climax finale di forte impatto emotivo.

Claudio Santamaria, nei panni di Nicola Calipari, offre una performance sfaccettata. Se nelle scene d’azione mantiene un approccio contenuto, è nei momenti più intimi che il suo talento emerge con maggiore efficacia: nei dialoghi con la moglie Rosa Calipari  (Anna Ferzetti), nei momenti di solitudine e nelle poche ma significative interazioni con Giuliana Sgrena, interpretata da Sonia Bergamasco.

Da segnalare anche le ottime prove di Massimiliano Rossi, che conferisce grande credibilità al suo personaggio, e della giovane Beatrice De Mei. Il ritmo della narrazione alterna momenti di introspezione a sequenze di tensione crescente. In particolare, il lavoro fatto con il montaggio finale rappresenta uno dei punti di forza: il passaggio dalle immagini di gioia per la liberazione di Sgrena alle sequenze che conducono alla tragica fine di Calipari crea un contrasto potente, amplificato da una colonna sonora ben strutturata ma non invadente.

Pur trattando argomenti delicati, il film riesce a evitare il patetismo e la retorica ridondante, restituendo dignità alla memoria di un uomo che ha fatto una scelta coraggiosa. Un racconto sobrio, toccante e necessario, che a vent’anni di distanza riconosce a Nicola Calipari il posto che merita nella storia e nella coscienza collettiva del nostro Paese.

Curiosità

Il titolo di quest’opera cinematografica porta con sé un significato simbolico profondo, perfettamente in linea con la figura di Nicola Calipari. Il nibbio è un rapace noto per la sua acutezza visiva, la capacità di osservare dall’alto e di agire con precisione. Dal punto di vista metaforico, rappresenta protezione, vigilanza e sacrificio, e Calipari incarna appieno queste caratteristiche.

Alessia Cristiano

Appassionata di comunicazione e fanatica della settima arte, ho studiato marketing e strategie per i media e attualmente lavoro nelle PR per un'azienda nel settore dell'energia. La mia forte inclinazione verso il mondo dell’audiovisivo mi ha spinto a voler ampliare le mie competenze e avvicinarmi ulteriormente a questo settore. Per questo motivo mi sono rimessa in gioco con un master in “Media and Entertainment”, con l'obiettivo di specializzarmi sempre di più in ciò che desidero realmente fare. La scrittura è sempre stata per me uno strumento naturale di espressione, non solo verso gli altri ma soprattutto verso me stessa. Così, eccomi qui, a unire queste due passioni che mi hanno spinta a scrivere ancora, ma questa volta di cinema.
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