Titolo originale: Kingdom of the Planet of the Apes
Regia: Wes Ball
Sceneggiatura: Josh Friedman
Cast: Freya Allan, Owen Teague, Kevin Durand, William H. Macy
Musiche: John Paesano
Produzione: USA 2024
Genere: Fantascienza
Durata: 145 minuti
Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2023 20th Century Studios. All Rights Reserved.
Trama
Molte generazioni dopo la morte di Cesare, le scimmie sono la specie dominante e gli umani hanno ormai perso completamente il loro intelletto. La vita del giovane Noa (Owen Teague) e del suo clan viene sconvolta dall’improvvisa comparsa di un gruppo di scimmie mascherate e armate di pungoli elettrici capeggiate da Proximus Cesare (Kevin Durand), un tiranno dagli ambiziosi progetti.
Per salvare la propria famiglia, Noa intraprende quindi un viaggio verso l’ignoto. Lungo il tragitto, due incontri cambiano profondamente la sua concezione del mondo, passato e presente, e influenzeranno le scelte per il futuro: l’orango Raka (Peter Macon) – seguace della dottrina di Cesare – e Mae (Freya Allan), una giovane donna più sveglia delle altre.
Recensione
Con Il Regno del Pianeta delle Scimmie, il regista Wes Ball cambia le carte in tavola ricominciando la storia della civiltà ribaltata e prendendola da un’angolazione diversa, abbandonando le vicende di Cesare e incamminandosi verso il film originale del 1968. Qualcosa di nuovo, sicuramente, ma forse non proprio fondamentale e in cui i temi che Il pianeta delle scimmie aveva portato prepotentemente all’attenzione del pubblico hanno perso molta della loro forza.
Vediamo, infatti, i primati intelligenti vivere in clan, ognuno con le proprie usanze, in armonia con loro stessi e con la natura, per il momento più simili ai nativi americani o agli abitanti di Pandora (Avatar) che a degli animali “evoluti” da poter paragonare agli esseri umani del XXI secolo.
Cesare e i suoi grandi interrogativi sulla possibilità che umani e scimmie convivano pacificamente fianco a fianco sono morte con lui e lentamente dimenticate, insieme all’idea stessa di essere umano, ormai legata a quella creatura afona e stupida che l’uomo è diventato. Eppure, le passioni che muovevano gli umani sono ancora vive e vegete, e neanche le scimmie ne sono immuni: amicizia, amore, compassione ma anche paura, superbia, brama di potere.
Insomma, sette anni dopo l’ultimo capitolo della trilogia su Cesare, inizia forse un nuovo ciclo. In questa pellicola, infatti, cominciamo a vedere degli importanti rimandi al cult primigenio anni ’60: i terrificanti “spaventapasseri”, le scimmie a cavallo che cacciano branchi di umani primitivi e vestiti di pelli, il bunker sulla spiaggia dove i tre scimpanzè trovano una bambola che dice “Mamma”.
La circolarità della saga, a questo punto, non può che far bene all’intera storyline.
Curiosità
In un’intervista a Variety, Owen Teague ha parlato di come lui e gli altri membri del cast abbiano imparato a muoversi come le scimmie che avrebbero interpretato. Per prima cosa si sono recati in un santuario animale per studiarne il comportamento. Dopodiché, per sei settimane hanno frequentato la “Scuola delle scimmie” lavorando con un insegnante di movimento per entrare in contatto con i loro lati scimmieschi.