Titolo originale: Kind of Kindness
Regia: Yorgos Lanthimos
Sceneggiatura: Efthimis Filippou, Yorgos Lanthimos
Cast: Emma Stone, Willem Dafoe, Jesse Plemons, Margaret Qualley
Musiche: Jerskin Fendrix
Genere: Drammatico
Durata: 165 minuti
Photo credits: Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures.
© 2024 Searchlight Pictures All Rights Reserved.
Trama
Il film ci presenta tre storie differenti, legate tra loro dal cast, che vede Emma Stone e Jesse Plemons protagonisti.
Robert (Jesse Plemons) è succube di Raymond (William Dafoe) da ormai molto tempo. L’uomo è il suo capo (non solo lavorativamente), detta legge in ogni parte della sua vita lasciandolo privo di scelta. Un giorno Robert tenta di liberarsi dalla costrittiva condizione.
Un poliziotto, angosciato dalla scomparsa della moglie (Emma Stone), assiste al suo ritorno, convincendosi però che la donna non sia veramente lei.
Andrew ed Emily sono membri di una setta impegnata nella ricerca di una persona che sappia resuscitare le persone. I due vivono solo per questo scopo e per compiacere chi sta al comando della congrega.
Recensione
A Cannes il balletto di Emma Stone ha conquistato tutti e nel film appare così contagioso da farci ballare sul posto con un grande sorriso. È un momento di assoluta felicità e festeggiamento nella multidimensionalità di Kinds of Kindness, nuova opera cinematografica di Yorgos Lanthimos.
Invero tutti i characters dell’ultima fatica del regista greco sono costantemente perseguitati da sofferenze e angosce, aspetti per i quali c’è ben poco da stare allegri. È il dolore patito dalla loro già labile psiche ma anche dalla loro fisicità. I corpi sono perennemente feriti, tesi all’estremo nei gesti, quasi verso una severa autodistruzione. Corpi esasperati, usurati e stremati già dai primi minuti del film, poi sdoppiati e infine contaminati nel corso dei tre diversi racconti.
Il cinismo di Lanthimos è portato ad alti livelli, come in qualsiasi suo lavoro passato, ma in Kinds of Kindness ritroviamo quella brutalità più vicina ai primi film del regista, caratterizzati dalla violenza primordiale dell’uomo e dalle trame raggelanti. I corpi dei protagonisti sono quindi senza un minimo autocontrollo, perennemente manipolati da altre persone, soggetti a una sorveglianza maniacale e angosciante, mascherata però da un velo di gentilezza.
È un “kind of kindness” falso e contorto. I tiranni che guidano i soggetti non si presentano crudeli e spietati ma, anzi, magnanimi e prodighi di favoritismi, regali e riconoscimenti. È da questa specie di gentilezza velata che i soggetti sono attratti, ma pensandoci bene chi non lo sarebbe? Il riconoscerci all’interno di un gruppo, una comunità, essere apprezzati e ricompensati da qualcuno per le nostre azioni non è forse una cosa che ci appaga?
È proprio questo il motore che manda avanti soprattutto il primo e il terzo segmento. Nel secondo a prevalere e a rendere intrigante la trama è invece il tema del doppio. Un uomo che rinnega la moglie, tornata tra le sue braccia dopo una lunga scomparsa, convinto che non sia lei a tornare effettivamente ma un suo vero e proprio doppio. Nonostante la lealtà e la gentilezza della donna, il marito arriverà a farle fare cose estreme per smascherarla.
Il doppio è presente anche nella prima storia, dove i personaggi si ritrovano a vivere la stessa condizione “lavorativa”, completamente speculare, fino a che lei non prende definitivamente il posto di lui, il quale si ingelosirà fino a perdere il controllo. I due vivono dei favoritismi di Raymond, il loro capo, e non appena Plamons verrà messo al secondo posto, non esiterà un secondo a tornare come favorito del “re”.
Infine, il doppio nel terzo episodio si manifesta con le due gemelle che diventeranno l’ossessione di Emily, essendo queste la chiave del successo per la sua redenzione e per gli scopi della setta della quale fa parte.
Seppur le storie siano un turbinio di aggressività, suspense e colpi di scena, Lanthimos ci culla attraverso la sua regia a camera fissa, stabile e pulita, senza essere stravolta dai suoi soliti grandangoli e dai movimenti di macchina repentini. Bellezza ed efficacia nel film sono frutto della sceneggiatura, un esercizio impeccabile di scrittura, che ci mostra quanto l’ordine morale in realtà esista in questi bizzarri racconti, restando tuttavia relegata solo nella mente dei protagonisti.
Curiosità
Emma Stone è alla terza collaborazione consecutiva con Lanthimos.