Titolo originale: Kraven the Hunter
Regia: J.C. Chandor
Sceneggiatura: Art Marcum, Matt Holloway, Richard Wenk
Cast: Aaron Taylor-Johnson, Russell Crowe, Fred Hechinger, Ariana DeBose
Musiche: Benjamin Wallfisch
Produzione: USA 2024
Genere: Azione
Durata: 127 minuti
Poster e immagini: Sony Pictures
Trama
Sergei Kravinoff (Aaron Taylor-Johnson) è un uomo segnato dal rapporto complesso e tormentato con il padre spietato, Nikolai Kravinoff (Russell Crowe). Questo lo spinge su un cammino di vendetta, trasformandolo non solo nel cacciatore più abile e pericoloso del mondo, ma anche in una figura temuta e rispettata per la sua ferocia.
Recensione
Sesto capitolo del Sony’s Spider-Man Universe, Kraven – Il Cacciatore narra l’origine brutale e il destino inesorabile di uno dei villain più iconici dell’universo Marvel. Pensavamo che fosse solo un miraggio eppure, dopo ben quattro rinvii, arriva finalmente il film più atteso fra gli appassionati dei cinecomics.
Quest’incredibile avventura si porta dietro il divieto di visione per gli under 14 anni, imposto perché il personaggio protagonista interpretato da Aaron Taylor-Johnson è crudo, violento e brutale. Ci si aspettava però un utilizzo quantomeno consapevole e calibrato del sangue, che invece risulta poco impressionante e senza una ragione chiara che ne giustifichi l’uso eccessivo.
Quello che si trova, infatti, è tutt’altro: l’unica differenza evidente tra questa pellicola e le altre sta nella volontà di spingersi fino in fondo nei già visti e rivisti combattimenti. Se negli altri tasselli Marvel la violenza viene percepita ma non mostrata, qui – seppur in modo lieve – viene anche rappresentata visivamente. Una scelta audace e, a conti fatti, inspiegabile, poiché non sembra apportare alcun valore aggiunto alla narrazione.
Pur potendo contare su un cast di ottimo livello, Kraven – Il Cacciatore si presenta come un progetto svogliato, privo di energia e stanco. Neppure le poche, e poco riuscite, scene d’azione riescono a risollevare il lungometraggio, nonostante le alte aspettative generate da anni di trailer, clip e anticipazioni.
Questa sensazione di debolezza permea ogni aspetto dell’opera: dal cast, che non riesce a sfruttare appieno il proprio potenziale, agli effetti speciali fiacchi, passando per una regia e un montaggio che non incidono. Le basi per una storia ci sono, ma non un’idea chiara e compiuta della sua rappresentazione.
Un film piatto e mal scritto, in cui la parte iniziale suscita l’inquietante timore che la storia stia prendendo una direzione sbagliata: lo svolgimento diventa triste consapevolezza mentre il finale, pur offrendo l’unica sequenza degna di nota, si rivela amara conferma. Il lungometraggio di J.C. Chandor parla di famiglia, dolore e soprattutto accettazione.
Sono proprio le poche sequenze in cui vengono esplorate queste tematiche a rendere il prodotto cinematografico un minimo interessante. Eppure, il desiderio di trovare finalmente personaggi che si comprendono e si accettano per come sono non viene appagato. L’accettazione di noi stessi, dunque, secondo il film, sembrerebbe impossibile.
Kraven è un character ahinoi mal interpretato. È vero, ha muscoli scolpiti, occhi affascinanti, uno sguardo imponente e una certa sensualità, ma in estrema sintesi dimostra di essere soprattutto debole e passivo, privo di quella violenza e voracità che la Sony ci aveva promesso.
Curiosità
Il film ha subito numerosi rinvii dalla data di uscita originale. Inizialmente previsto per gennaio 2023, è stato spostato prima a ottobre dello stesso anno, poi ad agosto 2024 e infine fissato per l’11 dicembre 2024. I rinvii sono stati causati dagli scioperi di SAG-AFTRA e da una strategia di Sony volta a sfruttare il periodo natalizio, caratterizzato da un’affluenza maggiore nelle sale cinematografiche.