Dove vederlo: Al cinema
Titolo originale: La bocca dell’anima
Regia: Giuseppe Carleo
Sceneggiatura: Giuseppe Carleo, Carlo Cannella, Elsa Guggino
Cast: Maziar Firouzi, Marilù Pipitone, Serena Barone, Maurizio Bologna
Musiche: Paolo Brignoli
Produzione: Italia 2024
Genere: Drammatico
Durata: 109 minuti
Ph. credit: © Floriana Di Carlo
Trama
Un oscuro trauma cova nell’anima di un giovane reduce della Seconda guerra mondiale. Tornato al suo paese natale, un piccolo villaggio arroccato fra le aspre montagne della Sicilia, incontra una vecchia maga che, per liberarlo da quel dolore, lo inizia all’arte della magia.
Recensione
La bocca dell’anima è il film d’esordio di Giuseppe Carleo, regista e sceneggiatore insieme a Carlo Cannella con il contributo eccezionale dell’antropologa Elsa Guggino, autrice di testi fondamentali in questo senso come La magia in Sicilia e Il corpo è fatto di sillabe.
Presentato in anteprima mondiale al Taormina Film Festival e ispirato a una storia vera, il titolo traduce l’espressione siciliana “vucca ‘i l’arma”, che indica il centro esatto del corpo, più o meno all’altezza dello stomaco. Nella tradizione magica, la bocca dell’anima è il punto d’intersezione in cui coesistono le forze benigne che danno al mago la capacità di aiutare gli altri e le forze maligne che lo isolano dagli affetti e lo pongono in conflitto con il resto della società.
Sicilia e magia sono proprio i due temi cardine del film, trattati entrambi in modo autentico e originale. Emblematica, a tal proposito, l’ambientazione: una Sicilia fredda, addirittura innevata, distante anni luce dalla sua classica rappresentazione iconografica.
Allo stesso modo l’elemento magico, trattato quasi sempre in chiave fantasy, horror o documentaristica nella storia della cinematografia, qui è invece pregno del suo fondamento antropologico, elemento di connessione tra i membri di una comunità ma anche di sovvertimento dell’ordine sociale, temibile minaccia ai tradizionali istituti di potere territoriale.
Curiosità
Il personaggio di Giovanni Velasques, interpretato dall’attore italo-iraniano Maziar Firouzi e protagonista dell’opera, è ispirato a una mago curatore realmente esistito, una delle figure intervistate dall’antropologa Elsa Guggino durante il suo lavoro di ricerca.