- Cinema e divano

La Città Proibita

Dove vederlo: Al cinema

Titolo originale: La Città Proibita

Regia: Gabriele Mainetti

Sceneggiatura: Stefano Bises, Gabriele Mainetti, Davide Serino

Cast: Enrico Borello, Yaxi Liu, Marco Giallini, Sabrina Ferilli

Musiche: Fabio Amurri

Produzione: Italia 2025

Genere: Azione

Durata: 137 minuti

Trailer

   

Crediti foto: © Andrea Pirrello

 

Trama

Mei (Yaxi Liu), una giovane cinese esperta di arti marziali, arriva a Roma determinata a ritrovare la sorella misteriosamente scomparsa. Nel corso della sua ricerca incrocia Marcello (Enrico Borello), un ragazzo che gestisce il ristorante di famiglia insieme alla madre Lorella (Sabrina Ferilli), dopo che il padre Alfredo (Luca Zingaretti) è fuggito con l’amante.

Affascinato da Mei, Marcello sceglie di aiutarla, trascinandosi in un’indagine pericolosa che li porterà a esplorare il lato oscuro della Capitale che ha sempre voluto trascurare.

Recensione

Fin dall’esordio, Gabriele Mainetti ha sempre puntato a un cinema coraggioso e autoriale, lo stesso per cui verrà ricordato in futuro, sfruttando fino all’ultimo centesimo del budget per amplificare l’esperienza spettatoriale come pochi altri cineasti contemporanei riescono a fare.

L’ambientazione romana, in particolare il quartiere multietnico dell’Esquilino, racchiude già il senso dell’intera pellicola: unire due culture apparentemente distanti e trovare un punto d’incontro ben preciso. Gli attori che attraversano le porte dei due ristoranti, quello italiano e quello cinese, non entrano semplicemente in un locale, ma in qualcosa di più profondo: una cultura, una nazione, un confine, un luogo caratterizzato da regole proprie in cui le dinamiche sociali mutano improvvisamente.

Già dalle primissime scene, incluso l’eccentrico prologo, il richiamo a un cinema d’oltreoceano capace di stupire per azione e determinazione appare evidente. Ne deriva un prodotto in celluloide fiero di essere italiano ma al tempo stesso felice di differenziarsi. La Città Proibita offre un soggetto che sorprende, in grado di mantenere viva la tensione e presentare svolte narrative sempre innovative, soprattutto quando sembra averle esaurite.

Il protagonista si ritrova a muoversi in una Roma che gli appare inedita: un luogo di perdizione, mistero e grande indifferenza, dove la tranquilla città che pensava di conoscere inizia a comunicare esclusivamente con il potere, la forza e la violenza. Quest’ultima non è quella di serie televisive e film dominati dalle armi, ma la più pura di Ip Man o The Karate Kid, basata sulle arti marziali e capace – pur nell’esplicita crudezza – di conservare una propria eleganza.

La scelta di volti poco noti sul grande schermo come protagonisti è una chiara dimostrazione del fatto che nel panorama italiano una nuova generazione è pronta a farsi strada, un’onda di artisti le cui abilità sono straordinarie. La vecchia generazione, quella dei volti noti, inizia ormai a passare in secondo piano. Sabrina Ferilli sembra rimpiangere la giovinezza, Luca Zingaretti sceglie addirittura di fuggire con essa, mentre Marco Giallini, con quei capelli bianchi, ci fa un certo effetto.

Ciò in cui il lungometraggio pare leggermente perdersi risiede nel suo lato meno serio, quello in cui si privilegiano situazioni più umoristiche e ironiche. Abbiamo capito che Mainetti è emblema di intrattenimento, e nelle sequenze meno action si percepisce la mancanza d’intensità. Per i protagonisti, la loro città natale è una prigione sconfinata, una cella dalla quale è impossibile fuggire. Prima del loro incontro, la fuga appariva non solo irrealizzabile, ma persino impensabile.

Il sangue, la fuga e la violenza alimentano il desiderio di riappropriarsi della vita, che inizialmente era solo un’idea, ma che si trasforma in un progetto sempre più concreto, conducendo Mei e Marcello attraverso un profondo processo di trasformazione esistenziale degno di nota.

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Curiosità

Nelle sequenze d’azione, la giovane protagonista Yaxi Liu non ha avuto bisogno di stuntwoman. L’attrice ha infatti lavorato come controfigura per l’attrice Liu Yifei nel film live-action “Mulan” del 2020, curando le scene di combattimento e acrobazie.

Paolo Maltzeff

Ciao, mi chiamo Paolo Maltzeff e sono iscritto al secondo anno di DAMS con indirizzo "Cinema, televisione e nuovi media". Sono diplomato al liceo scientifico ed è proprio in quegli anni che ho scoperto della mia passione verso le materie umanistiche: vivo guardando film e leggendo libri e recensioni. Considero il cinema come l'unica porta d'accesso verso un mondo magico e sognante, in grado di catapultarmi lontano dalla realtà che non sempre mi piace.
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