Dove vederlo: Al cinema
Titolo originale: The Phoenician Scheme
Regia e sceneggiatura: Wes Anderson
Cast: Benicio del Toro, Mia Threapleton, Michael Cera, Tom Hanks
Musiche: Alexandre Desplat
Produzione: USA 2025
Genere: Commedia
Durata: 102 minuti

Credit: Courtesy of TPS Productions/Focus Features © 2025 All Rights Reserved.
Trama
Dopo essere miracolosamente scampato al suo sesto incidente aereo, Zsa-zsa Korda (Benicio Del Toro), potente industriale del settore bellico, si ritrova costretto a fare i conti con la figlia Liesl (Mia Threapleton), fattasi suora, con la quale non ha più alcun rapporto. Il riavvicinamento tra i due diventa presto un viaggio complesso, fatto di intrighi, ricordi e tensioni mai sopite, con un passato destinato a riemergere.
Recensione
Ciò che emerge con maggiore evidenza dalla visione delle ultime opere di Wes Anderson è la sensazione di doversi necessariamente imbattere in un mondo profondamente distante e straniante rispetto al nostro, popolato da sguardi e parole che alludono ad altro, il cui significato ultimo sembra appartenere solo al regista, qui anche sceneggiatore.
La Trama Fenicia si presenta con una traccia narrativa incerta, procedendo in modo esitante e spesso inciampando su se stessa lungo l’intera durata. Sembra chiaro invece il ripiegamento di Anderson in un manierismo sempre più compiaciuto, accompagnato da una scrittura che appare via via più rarefatta e opaca, lontana dall’equilibrio e dalla chiarezza dei suoi primi lungometraggi più armonici e strutturati.
In un’epoca segnata dal dominio degli effetti speciali e delle tecnologie digitali, forse il vero atto di resistenza – e al tempo stesso la vera sfida – consiste nel fare un cinema che sembri provenire dal passato: essenziale, rigoroso, disilluso, e proprio per questo, paradossalmente, ancora più arduo da realizzare.
Wes Anderson, insieme al suo pluripremiato cast – la cui presenza, in molti casi, appare dettata più da un impulso sensazionalistico che da una reale esigenza narrativa – dà vita a un’opera anacronistica, inizialmente innovativa e divertente, ma che col passare del tempo si rivela stancante e monotona.
Più che un film, è quasi uno spettacolo teatrale travestito da pellicola cinematografica: la forma prende il sopravvento sulla narrazione, con inquadrature rigidamente simmetriche, scenografie studiate come quinte, e un’atmosfera rarefatta che privilegia l’estetica rispetto al coinvolgimento emotivo. Il risultato è un’esperienza visiva affascinante ma distante, dove il linguaggio del cinema lascia spazio a un’artificiosità di stampo teatrale.
L’ultimo lungometraggio del regista si presenta dunque come un rifiuto dell’evoluzione cinematografica: un racconto poco riuscito su un’umanità che si sfalda, una disamina della figura del borghese capitalista che fatica a suscitare interesse, e un rapporto padre-figlia privo di quella dimensione umana e familiare cruciale per permettere allo spettatore anche solo una minima empatia.
Ne risulta un resoconto caotico, svogliato e difficilmente collocabile, che lascia aperta la domanda se sarà rivalutato col tempo o se rappresenti piuttosto l’inizio di una fase in cui il regista sarà chiamato a ripensare profondamente alla propria grammatica cinematografica.
Curiosità
La Trama Fenicia rappresenta la terza pellicola consecutiva di Wes Anderson presentata in concorso per la vittoria della Palma d’Oro al Festival di Cannes.