Dove vederlo: Al cinema
Titolo originale: Le Successeur
Regia e sceneggiatura: Xavier Legrand
Cast: Marc-André Grondin, Yves Jacques, Laetitia Isambert-Denis
Produzione: Francia 2024
Genere: Thriller
Durata: 107 minuti
Crediti foto: © Teodora Film Distribuzione
Trama
Ellias Barnès (Marc-André Grondin), giovane stilista che sta per lanciare la sua prima collezione a capo di un brand di haute couture parigina, è richiamato bruscamente in Quebec, dove ha vissuto i primi anni della sua vita, per la morte del padre, con cui non parlava da quasi vent’anni.
Costretto a rapportarsi con un ritorno a casa non gradito, Ellias prende in mano i preparativi per il funerale e per la vendita della casa. Una scoperta scioccante lo trascinerà nei più reconditi abissi dell disperazione.
Recensione
È veramente possibile scappare dall’eredità che ti lascia un genitore? Sembra questa la domanda a cui Legrand vuole rispondere con L’erede, thriller che mira a sconvolgere lo spettatore per la disperazione che emana. Dopo un inizio piuttosto tranquillo, in cui si viene condotti per mano in quella che assomiglia alla classica storia di un figlio che ha deciso di sfondare e ha dimenticato le sue radici, il film spiazza con un colpo di scena disturbante che ricorda il Barbarian di Zach Cregger.
Legrand pare sapere che quello che terrorizza di più è l’inevitabilità di una scelta, motivo per cui il suo protagonista viene letteralmente strappato da una vita promettente e costretto a prendere una decisione dietro l’altra fino a una tragica conseguenza. In alcuni casi, però, sembra che la pellicola voglia forzare Ellias verso alcune azioni decisamente estreme senza motivo, e fino alla sua conclusione risulta poco chiaro cosa stia succedendo.
L’interpretazione di Grondin, al centro di tutte le scene, è solida e ben strutturata: il suo è un protagonista timido, che fatica a dire di no e non vuole rivelarci episodi della sua infanzia che lo hanno probabilmente plasmato più del dovuto. Per questo motivo forse l’enfasi posta su alcune sequenze di pianto è eccessiva: la tragedia che si abbatte su Ellias è sufficiente da sola a giustificare la sofferenza patita.
Punta invece sull’ambiguità Yves Jacques: non riuscire a capire esattamente che ruolo abbia il suo personaggio e quanto comprenda ciò che accade rende la sua performance davvero interessante.
Un jumpscare ripetuto un paio di volte rappresenta la nota dolente, perché se alla prima occasione il proverbiale “salto sulla sedia” sconvolge lo spettatore mutando nettamente il tenore del film, in seguito svilisce la qualità dell’unicum, avvicinandola a un horror di dubbia eleganza. Per fortuna resta intatto il valore del rapporto padre-figlio sul quale Legrand punta quasi tutto.
Le tante domande che non trovano risposta lasciano aperta una narrazione irrisolta, che spinge sulla riflessione innescata dal ragionamento esercitato nel corso della storia. Ma l’indagine sottotestuale non si chiude restando di fatto sospesa.
Curiosità
Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo L’Ascendant scritto da Alexandre Postel.