- Cinema e divano

Longlegs

Dove vederlo: Amazon Prime Video

Titolo originale: Longlegs

Regia e sceneggiatura: Osgood Perkins

Cast: Maika Monroe, Nicolas Cage, Blair Underwood, Alicia Witt

Musiche: Zilgi

Produzione: USA 2024

Genere: Thriller

Durata: 101 minuti

Trailer

   

Photo credits: Courtesy of NEON

 

Trama

Una serie di macabri omicidi che vede intere famiglie massacrate nel corso di diversi anni mette in crisi l’FBI, incapace di risolvere i casi. La neoagente Lee Harker (Maika Monroe), ragazza schiva e introversa, viene integrata nello staff investigativo per il suo grande talento intuitivo. È infatti lei a scoprire precisi nessi e collegamenti fra i delitti attraverso lettere codificate la cui firma in calce è sempre la stessa: Longlegs (Nicolas Cage).

Recensione

Non è la faccia sottoposta a intensivo makeup di Nicolas Cage nei panni del truce psicopatico antagonista e tantomeno i tanti omicidi all’arma bianca a renderlo un fenomeno cinematografico. Longlegs non si afferma come tale, per il semplice fatto di configurarsi più prosaicamente come un gran contenitore citazionista che strizza l’occhio fino al tic ad almeno una decina di pellicole.

Questo thriller sufficientemente intrigante dal sapido gusto retrò ha invece il merito più evidente di scansare il pericolo dell’ovvietà, attingendo a quella cultura esoterica spesso riscontrabile nel soprannaturale. Longlegs, a questo punto, vuole anche essere un limitato mashup di generi, unendo i midolli narrativi dell’horror, del thriller e del giallo paranormale.

Osgood “Oz” Perkins, figlio del celebre Anthony che contribuì a rendere Psycho un immortale capolavoro di Alfred Hitchcock, sa cos’è un whodunit, ha certamente visto e rivisto i vari Amityville ispirandosi infine per il suo filmico “milk-shake” (ipse dixit) a Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme.

Occultismo, psicopatia e ferocia di Buffalo Bill li trapianta nella figura dal viso zoomorfo e vagamente kafkiano (merito del truccatore Harlow MacFarlane) di Longlegs, mentre lo struggimento interiore di Clarice Starling nella protagonista Lee Harker interpretata alla perfezione da Maika Monroe.

Eppure a deprimerci e inquietarci maggiormente per tutta la vicenda non è il pazzo dall’aspetto androgino incarnato da Nicolas Cage, quanto la tendenza all’alienazione della Harker, incapace di inserirsi nel contesto della vita sociale fino a rasentare l’autismo, esattamente come la Lisbeth Salander descritta da Stieg Larsson nel romanzo best-seller Uomini che odiano le donne.

Inoltre, a parlare tramite tombali silenzi e vacuità da brivido sono gli spazi, le crime locations, luoghi che ammutoliscono, scioccano e scuotono nella loro plumbea, vastissima immobilità. Le scenografie studiate da Danny Vermette si dimostrano quindi impeccabili, macchiate di violenza impetuosa da cui scaturiscono sangue e traumi patiti dalle vittime.

Il clima malsano e maledetto che odora di carneficina è permeato da un sound evocativo e tagliente reso dal montaggio sonoro di Eugenio Battaglia, in sintonia con Perkins in materia di passione horror e affini. Arie metal, sinfonie anni ’70 e rock’n’roll si fondono in un sottotesto musicale in grado di arroventare il realismo scenico, i suoi dogmi, la lotta fra il bene e il male in un condensato narrativo di malvagità e umanità corrotta da un’abominevole aura di infanzia deviata, una chiave di lettura alquanto potente.

La fotografia di Andrés Arochi Tinajero è intrisa non poco del misticismo isolato presente in Midsommar (Ari Aster, 2019), mettendoci di fronte al disagio profondo di Longlegs, senza possibilità di sfuggire alla visione, dal momento che la stessa ci attrae con il paradossale fascino dell’orrore e dello scempio.

CINEFOCUS

Longlegs, un grottesco e surreale serial killer

Curiosità

La ragazza che si trova al bancone del negozio e infastidita da Longlegs è Bea Perkins, figlia del regista.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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