- Cinema e divano

The Ugly Stepsister

Dove vederlo: Al cinema

Titolo originale: Den stygge stesøsteren

Regia e sceneggiatura: Emilie Blichfeldt

Cast: Lea Myren, Ane Dahl Torp, Thea Sofie Loch Næss, Flo Fagerli

Musiche: John Erik Kaada, Vilde Tuv

Produzione: Norvegia, Danimarca, Romania, Polonia, Svezia 2025

Genere: Horror

Durata: 109 minuti

Trailer
Thea Sofie Loch N├ªss and Lea Myren – Photo Marcel Zyskind-kopi

Trama

Elvira (Lea Myren) si sottopone a trasformazioni estetiche dolorose, spinta dalla madre Rebekka (Ane Dahl Torp), per conquistare il principe che rischia di essere sedotto da Agnes (Thea Sofie Loch Næss), la rivale Cenerentola.

Recensione

Come nella fiaba dei fratelli Grimm, in cui le sorellastre si mutilano i piedi per calzare la scarpetta di cristallo, anche qui si assiste a una cruenta lotta scatenata da una malsana competizione.

Il body-horror di Emilie Blichfeldt è ciò che ci si aspetta: perfetto per adolescenti che si sfidano a resistere a scene disgustose. Non crea suspense, anzi inganna per tutta la sua durata, facendoci credere che qualcosa di sconvolgente stia per accadere, mentre accompagna passo dopo passo esattamente verso ciò che si stava attendendo.

Più che una denuncia contemporanea degli elevati standard di perfezionismo e dell’incremento delle procedure estetiche, come ci ha mostrato Coralie Fargeat in The Substance descrivendo una società che critica ciò di cui si nutre, emerge soprattutto un senso di mancato riconoscimento.

Elvira non sceglie la forma del naso su cui il Dr. Esthétique interviene, né il vestito da indossare al ballo. Insegue il sogno di sua madre al punto di non entrare mai in contatto con i propri desideri, con l’intento di risollevarla da ogni disgrazia subita e ottenere finalmente una validazione che non ha ricevuto.

La fotografia curata da Marcel Zyskind mette in scena quello che accade durante una fase di idealizzazione: la grana della pellicola viene simulata in digitale, con lenti sporche, come vengono applicati filtri sull’immagine di un volgare principe per permettergli di accompagnarci durante tutta la narrazione con dolci poesie.

La foschia fiabesca avvolge falli e corpi su ritmi perversi e sarcastici, ricordandoci come nel capolavoro di Arancia Meccanica, che la musica ribalta i significati originari legati a gioia e amore. Tutti inganni che permettono a dolore e affanno di divorarci in profondità come una tenia che si radica troppo saldamente per poter essere estirpata.

La drastica e finale discesa delle sorellastre dalle scale rivela l’unico rapporto autentico della fiaba: lo sguardo sano che alla fine cura, in un film da definire più triste e amaro che horror spietato.

Curiosità

C’è una scena post-credits al termine di tutti i titoli di coda.

Martina Carlino

Laureata a Roma nella triennale IED di Event Management nel 2013, comincio la mia carriera nello show business per produzioni di concerti e grandi eventi con artisti internazionali. Nel 2016 mi specializzo in produzioni multimediali lavorando per programmi televisivi targati RAI e Discovery. Contemporaneamente supervisiono allestimenti per sfilate a Milano e dal 2023, per due anni, ricopro il ruolo di producer dell'On Hair Show di Cosmoprof Bologna. Attualmente faccio parte del coordinamento didattico del CFP Bauer di Milano, occupandomi di formazione e orientamento professionale in ambito audiovisivo.
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