Titolo originale: Troppo Azzurro
Regia e sceneggiatura: Filippo Barbagallo
Cast: Filippo Barbagallo, Valerio Mastandrea, Valeria Milillo, Alice Benvenuti
Musiche: Pop X
Produzione: Italia 2024
Genere: Commedia
Durata: 88 minuti
Trama
Si racconta la storia di un giovane universitario, Dario (Filippo Barbagallo), che vive ancora con i genitori (Valeria Milillo e Valerio Mastandrea) e che si destreggia tra confusioni sentimentali e amicizie storiche. A causa di uno schizzo di olio bollente si ritrova al pronto soccorso e conosce Caterina (Alice Benvenuti). Tra i due nasce una storia d’amore che culmina con la decisione di intraprendere un viaggio verso Rimini.
La paura di Dario però, si fa sentire e lo frena a tal punto da non presentarsi in stazione e sparire completamente. Decide comunque di partire, ma raggiunge il suo “porto sicuro”, i suoi genitori e poi il suo migliore amico. Tornando dalle vacanze incontra Lara (Martina Gatti), la ragazza dei suoi sogni, quella di cui è da sempre innamorato, ma anche qui la paura prende il sopravvento.
Recensione
Il senso del film viene mostrato già dalle prime scene: il protagonista va in bicicletta per le varie strade di Roma ed esattamente come la sua vita, lo fa senza avere una meta ben precisa. I giovani di oggi, i millennials, si ritrovano a non avere più uno scopo, un obiettivo, si sentono persi nel loro vagare e questo porta alcuni di loro ad avere paura di tutto, proprio come Dario.
È interessante vedere la differenza tra i vari personaggi: mentre Dario prova timore a ogni suo passo, Caterina si dà forza, continua il suo cammino, verso il suo obiettivo lavorativo, mentre Lara non trova la propria strada, buttandosi a capofitto in qualsiasi nuova avventura. Sandro (Brando Pacitto), l’amico d’infanzia, dà consigli a Filippo, che non segue nemmeno lui. Sono i diversi modi in cui i millennials stanno reagendo all’epoca che stiamo vivendo.
I dialoghi, in sé molto semplici, racchiudono nel loro insieme un’insicurezza generazionale di fondo. Le musiche dei Pop X, che passano da un tema all’altro, rafforzano ancora di più il concetto di confusione e smarrimento giovanile. In alcune fasi il montaggio curato da Irene Vecchio ricrea il nostro mondo tecnologico, con la suddivisione della singola immagine in più quadri (split screen) o la comparsa del cellulare a tutto schermo.
I protagonisti rimangono però incredibilmente lontano dai social: si scrivono, si chiamano e si incontrano, non mettono storie su Instagram o reel su Tiktok. Questo perché lo stesso Barbagallo è poco social.
Curiosità
Questo film è l’opera prima di Filippo Barbagallo, che ha frequentato il centro sperimentale e ha intrapreso uno stage con la sua insegnante, nonché produttrice, Annamaria Morelli. Lei, vedendolo lavorare molto bene, gli ha chiesto se avesse una sceneggiatura già pronta da farle leggere ed è così che ha cominciato a prendere vita “Troppo Azzurro”. Filippo si è ritrovato a fare l’attore del suo lungometraggio perché nessun altro lo convinceva per tale ruolo e Gianni di Gregorio, che lo ha aiutato moltissimo nella realizzazione, lo ha convinto a recitare.
Sicuramente un film che andrò a vedere….bella e chiara la recensione 😄
Buongiorno Antonella, grazie per l’apprezzamento a nome dell’autrice Chandra Pistoni e di tutta la redazione.
Un saluto e continua a seguirci!
Dott. Samuele Pasquino
Direttore responsabile Recencinema.it