Titolo originale: Giovanni
Regia e sceneggiatura: Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli
Cast: Alberto Beniscelli, Mauro Pirovano
Produzione: Italia 2021
Genere: Drammatico
Durata: 5 minuti
Trama
La storia si ispira alla vicenda di Giovanni Colucci, un bambino di sei anni che si era recato al parco con sua madre e il suo bambolotto, quando un anziano signore, stupito dal fatto che il bambino stava giocando con un “gioco da femmine”, osò rimproverlo. Il film inizia con un primo piano delle foglie autunnali presenti sul prato del parco, si vedono poi le gambe veloci di due bambini che corrono, immagini che trasmettono serenità, per poi inquadrare varie persone tutte diverse tra loro.
La cinepresa va poi a soffermarsi su un uomo di mezza età (Mauro Pirovano), intento a leggere il suo quotidiano. Sarà proprio quest’ultimo a rimproverare il piccolo Giovanni (Alberto Beniscelli), dicendogli: ’”I maschi non giocano con le bambole, non fanno queste cose, i maschi giocano col pallone, le moto, le macchine, i soldatini […] sono le femmine che giocano a fare le mamme.“
Giovanni gli dà una risposta che ha fatto riflettere migliaia di persone: “Io sono un papà, non una mamma“.
Recensione
Giovanni, cortometraggio scritto e diretto dai giovani Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli per ZuccherArte Production, affronta un argomento estremamente attuale, il cosiddetto “politically correct“. Ma cos’è, poi, questo “politicamente corretto” di cui tanto si parla? Chi lo decide se un gioco è per maschi o femmine? Chi ha stabilito che il rosa è per le femmine e il blu per i maschi?
Sono spesso delle strategie commerciali e regole della società in cui si vive a creare questa differenza così netta. Chi fissa queste regole? Sono sempre gli adulti, coloro che impongono queste differenze, pericolosamente inoculate nel pensiero dei bambini fin dai primi anni di vita, che saranno poi inevitabilmente nette contrapposizioni tra uomo e donna, o meglio maschi e femmine.
Come nel caso di Giovanni, nessuno dovrebbe dire se è giusto o sbagliato che un bambino giochi con Cicciobello, piuttosto che fare un qualsiasi altro gioco, dai soldatini fino ai soliti videogames. Ma questo estremismo del politicamente corretto non rischia di creare ancora più distanze di genere e farci allontanare maggiormente dall’obiettivo di abolire ogni distinzione nella crescita e nell’educazione degli umani virgulti?
Il rischio c’è, quindi perché non lasciare liberi i bambini di giocare con ciò che preferiscono senza pensare a cosa sia più o meno adatto a loro? L’importante non dovrebbe essere farli crescere proteggendoli dal male del mondo? Addirittura, alcuni dei classici Disney sono stati messi alla gogna a causa di questo “politically correct”, che rischia di diventare troppo radicale.
I bambini dovrebbero solamente godere dell’età dell’innocenza. Giovanni rappresenta appieno la purezza dei bambini attraverso la risposta che dà all’uomo, lasciandolo sbalordito. In questo caso, è proprio il bambino a offrire un prezioso insegnamento al più maturo e ciò dimostra ancora una volta quanto i giovanissimi siano più avanti degli adulti.
La bravura dei due registi sta nel riuscire a trasmettere questo messaggio al pubblico in soli 5 minuti di film. La recitazione, per quanto amatoriale, risulta però molto efficace nel narrare questo avvenimento. La scelta di creare un corto per descrivere la vicenda paga sicuramente, in quanto attraverso un lungometraggio non avrebbe probabilmente avuto la stessa potenza mediatica.
“Giovanni non lo sa che con una semplice risposta sta rendendo il mondo un posto più bello. La sua saggezza ha tanto da insegnare a chi si crede più illuminato ed erudito. In un attimo, non è sbagliato quello che fa ma quello che gli viene chiesto. Avanti Giovanni, sarai un grande papà e un grande uomo. E sicuramente hai dei grandi genitori.”
Questo è ciò che è stato scritto sulla vicenda narrata su un post della pagina Facebook di Guida senza patente.
Curiosità
Il corto è stato realizzato con l’approvazione della mamma del bambino e il post della pagina “Guida senza patente” è diventato subito virale, tanto che ne è stato addirittura realizzato un libro, che racchiude vicende simili.
Immagini: © ZuccherArte Production.