La storia del birrificio indipendente più antico di Monaco di Baviera l’abbiamo raccontata descrivendo una delle sue piacevoli referenze, la Lagerbier Hell. Le origini monacensi dell’Augustiner Braü si fanno sentire e molto anche su una delle sue birre di frumento, la Augustiner Weissbier che, nel corso di festival e kermesse brassicole, viene spillata dalle tradizionali holzfaß, le botti in legno da 200 litri.
Tedesca – ça va sans dire – stile weiss (il nome parla chiaro), dorata opalescente dai riflessi arancioni e dal grado alcolico nella media, 5,4 % (Plato 12.6). Ad alta fermentazione, è un prodotto a prevalenza dolce, che raggiunge un coefficiente di frizzantezza pari a 6.7 CO 2 g/l.
Pro e contro della Augustiner Weissbier
Si apprezza per i lieviti in sospensione presenti e i suoi aromi fruttati che richiamano sentori di albicocca e banana ma anche di pane, agrumi e miele. Nonostante il bouquet ricco, la resa palatale non risulta così elevata come ci si dovrebbe aspettare e questo perché l’esigenza di essere servita a non più di 5-6 °C sovente non viene soddisfatta.
In fase di spillatura o mescita restituisce un cappello di schiuma effimero, ovvero dura poco e cala molto già durante il primo sorso. Non appropriata per la bevuta in meditazione ma ideale per accompagnare pranzi, cene o aperitivi con insalate di mare, risotti e carni poco grasse. Il finale amaro mette un po’ tutti d’accordo. Weiss discreta ma lontana dal gota della categoria.