Non era mai accaduto ma… c’è sempre una prima volta. La Guida Michelin, forte di una storia centoventenaria, ha assegnato la seconda stella a un ristorante maltese, lo ION Harbour di Simon Rogan con sede a Valletta.
Si tratta del primo ristorante aperto dallo chef nel Mediterraneo, situato al quarto piano dell’Iniala Harbour House, da cui gli ospiti possono godere di una vista spettacolare sul porto della capitale (il Grand Harbour con il suo Bastione di Santa Barbara) mentre affrontano un sensazionale viaggio gustativo sia a pranzo che a cena grazie a menù speciali, tasting oppure à la carte.
Il food è supportato da una lista vini che tiene conto delle materie prime utilizzate per la composizione delle singole portate, dal tartufo al caviale fino al salmone.
Conferme e novità stellate dell’arcipelago
Insieme all’executive chef Oli Marlow, al founder Mark Weingard e al restaurant manager James Christie, Simon Rogan ha compiuto un’impresa mai riuscita alle altre realtà monostellate dell’arcipelago. E quest’ultime, nell’edizione 2024 della Guida dedicata all’alveo maltese, si sommano a piacevoli novità del panorama ristorativo.
Tra i locali premiati figurano il Rosamì a St. Julian’s che affaccia su Spinola Bay, il Noni e l’Under Grain di Valletta, il De Mondion situato a Medina così come il Bahia a Balzan e il Fernandõ Gastrotheque. Tra Premi Speciali e assegnazioni stellate, il numero dei ristoranti insigniti dalla Guida Michelin sale a 40.
Sapori di Malta fra tradizione e sperimentazione
Ma qual è stato l’innesco di questa esplosione rivelatoria che ha alzato l’asticella del prestigio in seno al comparto enogastronomico maltese? In realtà la qualità dell’hospitality e della ristorazione isolana è sempre stata assai elevata, imperniata su proposte legate a un perenne crescendo, a un’evoluzione senza soluzione di continuità che ha coinvolto anche il servizio e la presentazione dell’offerta.
Esiste poi una tradizione fondativa molto aperta alla commistione di sapori e alla ragionevole sperimentazione rispettosa del millenario percorso gastronomico.
Lo ION Harbour, in accordo con gli altri omologhi dell’arcipelago, lavora sulla filiera corta, sui frutti ittici del Mediterraneo e la freschezza delle sue risorse, assicurando una piena contestualità con il territorio circostante in cui tutto deve risultare armonico e in sintonia.
Gli accordi sullo spartito del gusto suonano la bontà della bigilla sul pane casereccio, lo sfizio dato dai pastizzi e l’esperienza della fenkata a base di carne di coniglio. Non manca sia nei ristoranti che nelle trattorie una tipicità essenziale e identitaria, la ftira, pane autoctono croccante e soffice all’interno, divenuto Patrimonio immateriale dell’UNESCO. Accompagnato a tonno e capperi si trasforma in qualcosa di superbo.