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In Val d’Orcia la cucina della memoria del ristorante Vitaleta Gourmet

Esattamente quattro anni or sono vi avevamo parlato di San Quirico d’Orcia in relazione alla scelta di Ridley Scott di ambientarvi alcune scene del famosissimo kolossal Il Gladiatore con Russell Crowe. La Val d’Orcia – ovverosia il territorio tappezzato di distese di grano e campi, hinterland meravigliosamente bucolico che circonda la località – ci racconta oggi altre appassionanti storie. Una di esse riguarda direttamente il paniere con cui la Toscana si è affermata nel mondo, regalando note enogastronomiche che viaggiano sull’onda dell’assoluto.

Esistono note ed esiste un pentagramma sul quale vengono accuratamente disegnate, di rimando uno spartito lo custodisce ed è suonato da un’orchestra di fucine di sapori. Tra gli elementi che la compongono si aggiunge oggi Vitaleta Gourmet, ristorante esclusivo i cui menù firmati dallo chef Cristiano Milighetti hanno già iniziato a conquistare il palato degli avventori.

Una cucina della memoria in chiave dining

Quella di chef Milighetti è una cucina della memoria in chiave dining, che equilibra perfettamente i piatti della tradizione, i ricordi del passato e un’elaborata esperienza sensoriale. La pasta lega la sua qualità alle spighe di grano che attorniano la struttura, quindi alla farina macinata e utilizzata per l’impasto insieme all’acqua e al sale.

La pasta secca è fornita dal Mulino Valdorcia (4 km di distanza), prodotta con grano Senatore Cappelli (biologico come l’olio evo, i legumi e i cereali), mentre la pasta fresca è il risultato di un mix di farine provenienti da Molino Giuliotti di Montepulciano e aggiunte alla farina autoprodotta dal ristorante. Le erbe aromatiche e spontanee provengono da Il cavolo a merenda di Colle Val d’Elsa.

Il Vitaleta Gourmet, ubicato a pochi passi dalla Cappella della Madonna di Vitaleta, si confà a locale che ha tra i suoi solidi punti di forza i pochi tavoli (soltanto 6), la vista panoramica sulla Val d’Orcia e le sue colline, il ricorso alle tante prelibatezze regionali, tipicità come i pici, i fegatini toscani, il tartufo nero della Val d’Orcia, la chianina e l’aglione della Valdichiana.

Del resto, chef Milighetti non ha mai nascosto il suo forte legame con il territorio:

È stata mia nonna a insegnarmi a cucinare ed è da lei che ho imparato il rispetto della stagionalità […] La mia è una cucina della memoria, non solamente per la presenza dei piatti della tradizione ma anche per i ricordi di viaggio e gli stimoli che mi fornisce l’ambiente circostante.

Lo esprime anche tramite l’adesione al progetto Amore Toscano, nato per dare valore alla ricchezza regionale e sostenere, così, artigianato e produzione locale. Le stoviglie, per esempio, sono realizzate dal laboratorio di Firenze Baba Ceramics.

I menù del ristorante Vitaleta Gourmet

Il ristorante propone ai clienti tre menù degustazione:

  • La mi’ terra: due portate 65 euro, tre portate 100 euro, cinque portate 150 euro
  • Dal campo (vegetariano): due portate 60 euro, tre portate 85 euro, cinque portate 120 euro
  • Al giro con lo chef: tre portate 120 euro, quattro portate 140 euro, sette portate 180 euro

Il menù alla carta (che varia ogni 3-4 settimane) riserva piatti molto succulenti, tra questi il Coniglio in porchetta, sedano rapa e bitter Santoni e il Bottone di asparagi e ricotta di pecora Fattoria Pianporcino, fondo di verdure, trebbiano ed erbe spontanee. Accompagnano pane fatto in casa, olio autoprodotto, pre-dessert e piccola pasticceria. Il piatto appositamente firmato dallo chef include i Tortelli ripieni di formaggio guttus, mandorle, tartufo nero della Val d’Orcia e alchermes.

Assai rappresentativa ed emblematica la Guancia di chianina in dolce forte, patate e porri, cipolla di Certaldo, le cui radici risalgono all’epoca rinascimentale traendo spunto dalla più antica tradizione toscana. È una rivisitazione contemporanea arricchita con vino vadorciano e cioccolato. Una delle tante delizie del ristorante Vitaleta Gourmet.

Foto da: Ufficio Stampa Raffaelli Consulting

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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