
Foto da Slow Food Italia
Sembrano tutte uguali ma solo in apparenza, perché di zucche ne esistono tante e differiscono per varietà, gusto e provenienza. Alcune, poi, sono più buone e caratteristiche di altre, come la zucca di Piozzo, che è appena diventata Presidio Slow Food dopo essere stata registrata presso il Ministero dello Sviluppo Economico nel 2015 ed essere salita sull’Arca del Gusto nel 2024.
Questo ortaggio autunnale, o meglio cucurbitacea, è ben più di un prodotto della terra, un simbolo che unisce generazioni nonostante il tempo che passa inesorabile. Piozzo si trova in provincia di Cuneo in Piemonte, borgo di un migliaio di anime fra il Tanaro e le Langhe, incastonato in un territorio dove sono ancora tanti i contadini dal cui lavoro dipende una filiera di sussistenza.
Gli abitanti locali si sono guadagnati anni fa un curioso soprannome, lapacuse, ovverosia “bevitori dalle zucche“, che rievoca l’abitudine degli uomini di campagna di utilizzare zucche essiccate e svuotate come contenitori per il vino da portare con sé tra i filari. Da tale consuetudine è nata nel 1994 una fiera, davvero piccola da principio, ma in seguito evolutasi fino a diventare un appuntamento agro-culturale coinvolgente, appunto la Fiera Regionale della Zucca di Piozzo della durata di tre giorni, che dal 2026 diventerà nazionale.
«Inizialmente si trattava di avere tre tavoli in piazza e nulla più» – afferma il referente dei produttori del Presidio Ferdinando Musso. Chi la organizza è la Pro Loco di Piozzo, i cui componenti hanno cominciato a eseguire un’accurata mappatura delle varietà di zucca nel mondo recuperandone i semi per la coltivazione autoctona. Ciò ha portato all’evento fieristico di scena ogni anno nel primo fine settimana di ottobre.
La zucca di Piozzo: piccola, gustosa, ideale per il risotto
La zucca di Piozzo è unica per forma, colore e sapore, come specificato da Musso: «A volte non si dà sufficiente importanza ai prodotti che si hanno sotto gli occhi tutti i giorni. Noi, per fortuna, grazie alla fiera abbiamo scoperto in fretta che la nostra zucca era diversa dalle altre.» Primo obiettivo, preservare la genetica: «Le zucche si ibridano molto facilmente e per evitare che si perdesse abbiamo iniziato a riprodurre i semi, ci siamo dati un disciplinare di coltivazione rigoroso e ogni anno regaliamo i semi ai coltivatori per la semina primaverile, nella prima metà di maggio».
La raccolta della zucca di Piozzo avviene a mano, nel trimestre fra agosto e ottobre. Il prodotto che ne scaturisce non pesa neanche un chilogrammo, è piccolo, possiede una buccia verde scura sottile e commestibile, e presenta dieci costolature verticali che lo rendono riconoscibile. Una zucca così è perfetta per la preparazione del risotto, si scioglie bene in virtù di una polpa gustosa, tenera e dolce, capace di conferire al piatto notevole cremosità. Ideale nondimeno per minestre e confetture, è ottima farcita e cotta al forno.
La zucca di Piozzo ha buone prospettive di crescita, e al momento conta cinque produttori, ma Ferdinando Musso auspica un futuro roseo: «Qui a Piozzo, la zucca è un prodotto più redditizio di altri. Con il tempo la produzione sta aumentando: difficile dare un numero, ma credo che si parli di più di due o trecento quintali all’anno. Finora si è sempre venduto quasi tutto nei giorni della fiera: sono sicuro che il riconoscimento di Slow Food darà una spinta ulteriore alla valorizzazione del nostro prodotto.»
Il presidio gode del finanziamento di CAF America ed è sostenuto da FedEx.
