- Birra, una questione di stile, Food Experience

L’Italian Grape Ale di FilodiLana: una birra fuori dal gregge con tanto Arneis

Il brand FilodiLana nasce da una tradizione sportiva che anticipa l’invenzione del fotofinish. Un tempo, infatti, si stabiliva il vincitore nelle gare di atletica tendendo proprio un filo di lana al traguardo per osservare il punto in cui esso veniva spezzato.

Un birrificio che porta questo nome ambisce a mantenere una velocità di produzione tale da far concorrenza ai diretti competitors, impresa non facile ma alla portata. E se si vince, si vince sul filo di lana… eppur sempre di vittoria si parla.

Nel grande mercato brassicolo in costante espansione, una piccola realtà come quella di Avigliana (TO) mira a valorizzare gli ingredienti del territorio, la stagionalità e l’artigianalità che determinano la qualità del prodotto finale. A dispetto del nome, FilodiLana punta anche a posizionarsi “fuori dal gregge”, claim volto a esprimere una filosofia di distinzione e anticonvenzionalità.

Cosa si prova a bere una birra fuori dal gregge

La domanda è: cosa si prova a bere una birra fuori dal gregge? Detto in slang giovanile, “tanta roba”, specialmente se lo si fa gustando un calice di sacra bevanda fuori dal Piemonte, extramoenia, nella confinante Liguria che è fra le regine di ogni estate. Sorseggiando una birra sabauda sul lungomare di Alassio (SV), si assapora un gusto quasi transfrontaliero, se si pensa che le due regioni vicine di casa, appunto Piemonte e Liguria, condividono tanto e tanto imparano l’una dall’altra.

Nella selezione del locale La Madeleine, FilodiLana è co-protagonista con la sua Italian Grape Ale prodotta con uve Arneis dell’Azienda Agricola Bric Castelvej di Canale (CN), in proporzione 80 gr. ogni 33 cl. Nel processo di realizzazione, i grappoli vengono diraspati, pigiati e solo dopo uniti al mosto di birra in sede di fermentazione primaria con lievito specifico per la vinificazione rigorosamente a secco.

La Italian Grape Ale segue il concetto dell’alta fermentazione avvalendosi di un grist di malti neutro, comprensivo di Pilsner e frumento. Tannini preponderanti e pH basso agevolano una conservazione pluriennale conferendo infine un aroma fresco fra l’agrumato e l’esotico. Con il 6.5% alc. vol. (15 Plato) e una IBU a 22, è profumata, finemente acida, tannica e altamente carbonata: una Grape Ale che arriva effettivamente a prendere le distanze dalle consuetudini massive restando inevitabilmente… fuori dal gregge!

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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