Il Piemonte è per antonomasia la regione italiana dei vini. La sua superficie vitata è il tessuto sul quale si compiono i miracoli contemporanei, realizzati nell’alveo pieno della cultura vitivinicola impiegata e dispensata da una molteplicità quasi inesauribile di cantine altamente strutturate.
Fra di esse la Mura Mura di Montegrosso d’Asti, una realtà materializzatasi nel 2019 e capace di scrivere in appena 4 anni pagine importanti in ambito enogastronomico.
Essa, infatti, abbraccia un duplice comparto sotto il segno di Bacco e di Comus, vite e forchetta. Le sue etichette deliziano i soggiorni nel Relais Le Marne ed esaltano le prelibatezze del ristorante Radici (parte integrante del brand) creando una sintonia prodigiosa, si direbbe “ad effetto”.
Un esempio di accostamento perfetto lo abbiamo saggiato con un semifreddo alla nocciola e mousse di seirass abbinato a un elegante Piemonte DOC moscato passito del 2020, l’Ofelia.
Dolcezza e delicatezza di un passito ispirato
Il nome è chiaramente ispirato alla celebre figura femminile dell’Amleto di Shakespeare, tragedia in cui l’amore soccombe alle trame di potere e alla vendetta. Quella dolcezza soppressa, soffocata ed estinta fra le ombre di una Danimarca mortifera si riversa passionale in un nettare glorificato dalla concentrazione di uve moscato, ottenuta a sua volta in virtù dell’azione della muffa nobile Botrytis Cinerea ma anche grazie al congelamento dei grappoli.
Il risultato è un vino ampio, fresco, dallo spettro caleidoscopico. La sua delicatezza fa sì che la bocca non sia invasa ma accarezzata, rendendo quel 13% alc. un semplice dato didascalico, una presenza assenza non percepita al contrario di un’acidità del 7,33 G/L ben assimilata. Nel bouquet aromatico dettano note poetiche il miele, i fiori d’arancio e l’albicocca, oscillando così dal fiore al frutto e viceversa, in un processo degustativo bilaterale, completo e permanente.
Ofelia dimentica dunque i dispiaceri profondi della sua deriva sentimentale seicentesca, pretende e calca un palcoscenico sul quale, nonostante l’accoppiamento con un dessert eccezionale, trionfa da protagonista assoluto.
L’opera della cantina Mura Mura
Bellezza, bontà, cultura, delicatezza. Sono i valori portanti di questo passito, che si riflette nella dedizione totale della cantina Mura Mura all’arte della vinificazione. È un luogo magico, incastonato nel cuore dell’astigiano, nell’anima delle colline sabaude inscritte di diritto nel Patrimonio UNESCO. In equilibrio tra i concetti potenti di Fantasia e Rigore, la materia si plasma assorbendo la fatica e la volontà di chi cura la filiera dalla vite all’acino, dalla vendemmia alla bottiglia.
Basta osservare gli splendidi ambienti dove tutto avviene, i filari immersi nel verde, i tini, le botti e i contesti vivificati dalle persone che lavorano costruendo il futuro. Meglio ancora toccare con mano scegliendo la modalità della visita in cantina con annessa degustazione di Grignolino, Barbera, Barbaresco, Romeo e Mercuzio. E naturalmente l’Ofelia, un passito indimenticabile, ideale per qualunque brindisi.