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Ragazza senza glutine: ricette, storie e ricordi semplicemente gluten free

Quando si pensa a un libro di ricette, cristallizza subito nella mente l’immagine di una cucina, con i suoi utensili, un tagliere, una spianatoia imbiancata, uova, farina, spezie, tegami e pentole fumanti. Un’iconografia di forni e fornelli piuttosto diffusa che segue il fare secondo precise indicazioni, dosi di ingredienti, mescolanze e cotture.

Ebbene, Ragazza senza glutine rigetta questa mera visione delle commistioni alla base della moderna enogastronomia. Abbraccia invece l’incanto del raccontare a cuore aperto e mente trasognante cosa significa veramente cucinare. Lo fa attraverso un’autrice giovane ma intellettualmente matura, Cristina Vitagliano. Ha scritto romanzi visceralmente fiabeschi e magneticamente attraenti – si pensi a Dark Phantasy – Fiabe del macabro e dell’assurdo (2016) e a Il cuore quantistico (2018) – ma non aveva mai fatto realmente vibrare le corde della propria identità interiore come ora.

Dal disagio alimentare a una dimensione piena di possibilità

E così un ricettario smette di essere tale per diventare un piccolo scrigno di confidenze sincere e consigli capaci di trasformare un disagio alimentare in una dimensione inedita, piena di possibilità. Ragazza senza glutine, ovverosia “sono celiaca ma non sono malata, anzi…” C’è chi vedrà quel “senza” del titolo come una sottrazione, errando però in maniera clamorosa.

Basta sfogliare qualche pagina per accorgersi che la cucina e la sua fruizione sono ben altro rispetto agli usuali luoghi comuni ai quali una cospicua porzione di società ci ha abituato. Banalità e battute che necessitano di un colpo di spugna per far aprire gli occhi a tutti coloro che ritengono la celiachia uno stigma anziché una stimolante variazione sul tema.

Cristina, scrittrice e titolare di Cucinamia, una IAD (acronimo di Impresa Alimentare Domestica), ha sperimentato sulla propria pelle facezie, dicerie e falsità relative al regime gluten free, che poi regime non è e nemmeno dieta, ma più prosaicamente un’attenta selezione di materie prime in cui il glutine resta fuori dalla porta. Ne parla in questo suo viaggio tra ricordi d’infanzia, affetti e accalorati gusci famigliari, fra proiezioni che racchiudono tanta realtà e giusto un pizzico di fantasia.

Struttura e stile narrativo del libro

Il libro vive di una frizzante alternanza: aneddotica esistenziale e illustrazione dettagliata di ricette per preparare tanti gustosi piatti nei quali divampa un’affascinante dicotomia, quella fra l’opulenza del sapore e l’assenza totale di glutine. 140 pagine che si vorrebbe non terminassero mai e invece si finisce col divorarle: Ragazza senza glutine possiede la forza dirompente di un bel monologo letterario segmentato in 7 meravigliosi capitoli intrisi di ars amandi culinaria, la stessa che Miss Hersant dimostra nello stupendo film Il pranzo di Babette (1987), tratto dall’omonimo romanzo di Karen Blixen.

Lo stile narrativo è il verbo autentico su inchiostro di una donna che vorrebbe comunicare un universo di messaggi, formulando in maniera compiuta e molto speciale una sintesi di principi fondamentali per chi, come lei, popola quel cosmo sempre più vasto ch’è la celiachia: non una malattia ma una condizione con la quale venire a patti nel modo più sereno possibile.

I capitoli in cui Cristina si apre calorosamente e dolcemente al lettore trasudano la bellezza della memoria, dell’esperienza accumulata osservando i riti della tavola che ne hanno accompagnato gli anni della fanciullezza e dell’adolescenza, le nonne affaccendate tra i fuochi col sorriso disegnato dalla sapienza pura del passato.

Un tè, una merenda, un pranzo, gli spuntini della sera

Il tè del pomeriggio consta di una delicatezza descrittiva straordinaria, liberando reminiscenze di odori, profumi, essenze orientali e il piacere appagante della pasticceria mignon confezionata con amore e raffinatezza. La merenda sinoira al capitolo 3 contempla la convivialità, la tradizione delle pietanze evinte dalla terra e dalla fatica contadina, mentre Il pranzo della domenica rischiara il valore dello stare insieme nel giorno di festa per eccellenza. È tuttavia il capitolo 5, Pranzare in spiaggia, a sprigionare una poesia e una lirica attinte dalla conoscenza di Albert Camus e dalla sua capacità di estrapolare dal ricordo un potere evocativo esondante.

È nel capitolo 6, Non mandateci a letto senza cena – gli spuntini della buonanotte, che il libro riesce anche a dispensare una necessaria drammaticità agrodolce: Cristina racconta un episodio di vita che l’ha esposta all’amarezza del sentirsi in quell’occasione emarginata, discriminata, esclusa, “messa da parte” senza cura o sensibilità da una collettività evidentemente ignorante e becera di fronte al tema celiachia. Poi però rilancia l’importanza di saper convivere con le asperità di preconcetti e giudizi affrettati, acquisendo consapevolezza di sé e di ciò che si può fare.

Ragazza senza glutine – il cui baricentro d’equilibrio fra discreto romanzo di formazione ed estroso libro di ricette risulta quantomeno perfetto – riporta citazioni di Conrad, Proust, Virginia Woolf, Feuerbach, eppure leggendo e rileggendo si coglie invero un senso concretamente personale e mai derivativo, tradotto in una cura estrema e puntigliosa applicata ai consigli da offrire alle sempre più numerose “persone senza glutine”.

L’opera è patrocinata in via non onerosa dall’AIC – Associazione Italiana Celiachia Piemonte.

Ragazza senza glutine è in vendita su Amazon.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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