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Toast fritto a colazione e la seduzione negli spaghetti

Spaghetti all’aglio, olio e due pepi con limone e prezzemolo, e poi toast fritto al Monterey Jack e Cheddar: non saranno pietanze gourmet ma ci paiono certo più succulente dell’involtino di caviale su vellutata di barbabietola, dei bocconcini di pesce spada accompagnati da perle di melograno e persino del tortino al cuore di cioccolato.

Per lo chef Carl Casper – simpatico protagonista di Chef – La ricetta perfetta – cucinare, impiattare e servire è il lavoro più bello del mondo, la gratificazione in una vita di sacrifici, rinunce, nottate in bianco alla ricerca dell’alchimia enogastronomica ideale.

Eppure la ricetta perfetta del corpulento cuoco ha il sapore della semplicità e prende corpo fuori dal ristorante dell’ottuso Riva, laddove Casper riesce a esprimersi al meglio riscuotendo l’apprezzamento delle uniche persone veramente importanti, ovvero quelle che gli sono care, che non lo amano solo per la sua capacità di deliziare il palato.

I fornelli dell’enorme cucina messa a disposizione dal datore di lavoro rappresentano il suo regno, senonché il nostro chef defatica al meglio con una piastra di cottura e quattro fornelli reperiti nel pensile di casa.

I piatti migliori coincidono con prelibatezze genuine, incardinate su materie prime di qualità, ma sappiamo che da sempre – estrapolati dall’ufficialità del mestiere e dunque “a telecamere spente” – i grandi cuochi amano lo strappo alla regola, pasticciando alla ricerca di un po’ di sana goduria. E pace se spuntano grassi saturi, eccedenze d’olio e calorie a fiumi. Epicuro non badava a tutto questo.

Spaghetti all’aglio, olio e 2 pepi con limone e prezzemolo

Si tratta molto probabilmente di una rivisitazione statunitense della famosissima ricetta italiana con aglio, olio e peperoncino. Per una serata romantica a luce soffusa in compagnia della caposala Molly, Carl si diletta nella veloce preparazione degli spaghetti all’aglio, olio e 2 pepi con limone e prezzemolo.

Con disinvoltura disarmante e una buona dose di sicurezza virile, vediamo lo chef soffriggere dell’aglio tagliato grossolanamente in una wok (padella leggera per le onde) per lasciare che sprigioni tutta l’anima. La piccantezza viene aggiunta con l’ausilio di gemme di pepe rosa e peperoncino in polvere.

Dopo alcuni minuti ecco il tuffo degli spaghetti dapprima cotti in abbondante acqua salata e scolati, un tuffo accompagnato dal classico sfrigolio. La mantecazione deve essere eseguita giusto per il tempo necessario a far insaporire bene la pasta. A fiamma spenta, Carl aggiunge una spruzzata di limone e una spolverata di prezzemolo tagliato al coltello, impiattando infine con il forchettone.

Un piatto semplice, gustoso grazie all’aglio, piccante e afrodisiaco per via dell’incontro fra pepe rosa, peperoncino e il limone, la cui lieve acidità si sposa perfettamente con la freschezza del prezzemolo.

Toast fritto al Monterey Jack e Cheddar

Dalle donne all’amata prole. Carl supplisce al poco tempo dedicato a suo figlio Percy viziandolo con bontà sfiziose e ipercaloriche. La colazione dei campioni è naturalmente il toast fritto burro al Monterey Jack e Cheddar. Spontanea la domanda: niente prosciutto, bacon o pancetta?

Sappiate che il Cheddar, formaggio inventato per caso in Inghilterra nel XII secolo (una lattaia si scordò il latte in grotta, recuperandolo a solidificazione avvenuta) e dal caratteristico colore giallo, possiede un sapore intenso, pungente e lievemente terroso, ideale per farcire qualunque panino… o toast. Il Monterey Jack è invece un formaggio californiano semiduro dal sapore dolce e delicato.

Anche nel caso in questione, la ricetta non ha nulla di particolarmente astruso. Si prendono due fette di pancarré o simili, spalmando l’intera superficie di un singolo lato con burro morbido. Il passaggio successivo impone di sfregare delicatamente i lati imburrati su una piastra ben calda, dopodiché farcire durante la cottura con abbondante Cheddar e Monterey Jack a fette.

A doratura completata, unire le due fette di pane a formare un toast. Bisogna servirlo a tramezzino, occasione per dimostrare al taglio un risultato croccante e la filatura del formaggio. Ogni morso un croc, puro spettacolo uditivo e gustativo.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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