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Torta fatta in casa, un valore da riscoprire

Oggi mangiare sano è diventato un percorso a ostacoli, soprattutto quando si tratta di studiare una corretta dieta alimentare per i propri figli durante l’impegnativa età scolare, che richiede una spesa notevole di energie. Colazione e spuntino di metà mattinata precedono il pranzo, al quale segue la merenda prima della cena: sono pasti cruciali per i più giovani, sovente riassumibili nel consumo di snack confezionati, quindi derivati da filiera industriale, ultraprocessati e pieni di zuccheri.

La questione è annosa, se ne parla almeno dall’inizio degli anni ’80, quando ritmi di lavoro frenetici e società congestionate hanno cominciato a dettar legge sulle condotte famigliari, costringendo i genitori a ricorrere a prodotti di supermercato per “fare in fretta”. Figli a scuola, papà e mamma a lavoro, nonni indaffarati… e nessuno pensa più alla torta!

La malsana controcultura del “fare veloce” sta lentamente addormentando i nostri sensi, non più stimolati dai profumi del bel dolce fatto in casa. Peccato, se pensiamo che una semplice torta margherita si può realizzare con pochi ingredienti (freschi) e un tempo di 15-20 minuti per comporre l’impasto da cuocere in appena 45 minuti.

Creare qualcosa di buono

Senza scendere in troppi dettagli (non è un articolo su una ricetta), ci limitiamo ad affermare che oggi più che mai occorre riscoprire l’artigianalità, il metter mano a farina, latte, burro, zucchero e lievito in polvere per creare qualcosa di buono, i cui benefici iniziano dal toccare le materie prime, vederle unite insieme in un amalgama omogeneo che cresce lentamente in forno spandendo quei profumi dalle forti reminiscenze: sono gli stessi che hanno accompagnato la nostra infanzia. Se ne perdessimo definitivamente memoria, commetteremmo un torto imperdonabile.

Nel 2003 Giorgia cantava Gocce di memoria, l’emozionante colonna sonora di quel La finestra di fronte diretto da Ferzan Ozpetek che segnò l’ultima eccezionale interpretazione di Massimo Girotti. Nel film è Davide, ex pasticcere ebreo sfuggito ai rastrellamenti nazisti che, vecchio e stanco, viene ritrovato dalla sensibile Giovanna a vagare per le strade di Roma in preda a un grave attacco di amnesia senile. È lui a spingerla a portare avanti la passione per i dolci, insegnandole segreti e magie, rivelandole tantissime ricette per non perdere contatto con la realtà e… pretendere di vivere in un mondo migliore!

Ricordiamoci sempre che “I bambini ci guardano” (è anche il titolo di un vecchio film diretto da Vittorio De Sica nel 1943), ci osservano e imitano. E vedere la propria madre o il proprio padre preparare qualcosa in cucina è di certo un’immagine serena e gratificante, che induce a coltivar speranza per il futuro.

Se poi in quella famosa torta margherita – che esclude sprechi, confezioni di plastica, trasporto e stoccaggio – ci mettessimo anche della purea di banane un po’ troppo mature, dello yogurt di prossima scadenza e magari senza usare le uova (per una maggiore leggerezza e digeribilità), non sarebbe un piccolo messaggio di recupero e sostenibilità da lanciare alle nuove generazioni?

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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