Immagine da: Ufficio Stampa Gremese Editore
Il 6 dicembre 1994 se ne andava Gian Maria Volonté, eccezionale attore italiano che con la sua scomparsa ha reso orfano il cinema nostrano di un talento di immensa caratura. Un talento che si è espresso nei decenni facendo la storia della celluloide tricolore e non solo. Nel trentennale della morte arriva l’omaggio letterario edito da Gremese, dal titolo Gian Maria Volonté. L’attore scultore, scritto da Giovanni Savastano con la prefazione di Paolo Morando.
Si tratta di un’opera che intende essere l’edizione ampliata del precedente libro Recito dunque sono del medesimo autore e prosegue il racconto colto e approfondito di un’artista la cui sensibilità si manifestava nell’approccio unico alla recitazione, trasformata in immedesimazione e immersione nel personaggio di cui assumeva il ruolo.
Gian Maria Volonté. L’attore scultore definisce con acume, concretezza e rispetto il ritratto estremamente sfaccettato di una figura emblematica, chiamata in più occasioni a vestire i panni di characters storici fondamentali, tra cui Giordano Bruno, Aldo Moro, Enrico Mattei e Carlo Levi, ma anche a conferire un’anima villain al Ràmon di Per un pugno di dollari (Sergio Leone, 1964) e un esemplare spirito di ribellione e sacrificio all’operaio Lulù Massa di La classe operaia va in paradiso (Elio Petri, 1971).
Una sintesi biografica fra carriera e vita privata
Ricerca archivistica meticolosa e narrazione avvincente confluiscono in una sintesi biografica atta a ripercorrere una carriera illustre e un lungo percorso di vita privata, seguendo una prospettiva intima da offrire al lettore integrando la trattazione con testimonianze esclusive di alcuni colleghi e amici di Volonté, un uomo prima che attore, umano, vulnerabile, impegnato socialmente e interessato alla politica dei suoi tempi.
Il libro di Savastano, presto in libreria e online, si rende dunque necessario per far penetrare l’eredità artistica di Gian Maria Volonté nel tessuto giovanile odierno, divulgarla nell’attualità raccontandola a tutto tondo. Immagini rare e inedite ispessiscono la conoscenza di un Michelangelo della recitazione, scultore del proprio essere e di un’epoca intera.
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