Dove vederlo: Disney+
Titolo originale: Prey
Regia: Dan Trachtenberg
Sceneggiatura: Patrick Aison
Cast: Amber Midthunder, Dakota Beavers, Dane DiLiegro
Musiche: Sarah Schachner
Produzione: USA 2022
Genere: Fantascienza
Durata: 100 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
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Trama
Nord America, 1719. Decisa a dimostrare le sue innate doti di cacciatrice presso la tribù Comanche di appartenenza, la coraggiosa Naru (Amber Midthunder) si inoltra nella foresta imbattendosi in un predator, alieno giunto sulla Terra per collezionare prede e trofei. La sfida mortale coinvolgerà la giovane, i guerrieri pellerossa e rozzi razziatori di pelli.
Recensione
Dal pensiero che si trattasse di inutile e sterile prequel a convinzione che Prey sia certamente il terzo miglior capitolo della saga inaugurata nel 1987 da John McTiernan. Un deciso salto critico… ma doveroso, segno che le sorprese nel cinema dello streaming multimediale e dell’home video esistono ancora dirompendo piacevolmente.
Il franchise – iniziato col Predator muscolare interpretato da Arnold Schwarzenegger, proseguito nella Los Angeles dei narcotrafficanti (Predator 2, Stephen Hopkins, 1990), arenatosi nello stallo di Predators (Nimrod Antal, 2010) e schiantatosi in quella follia che fu lo sconcertante The Predator (Shane Black, 2018) – torna alle origini primordiali sfruttando perfettamente lo scenario dell’America pre-colonizzazione per accentuare il contrasto fra tecnologia fantascientifica e rudimentalità.
La 20th Century Studios rilancia il soggetto di Jim e John Thomas restituendone i valori fondanti, i più eclatanti e sensazionali. Predator torna a essere Predator, lo Yautja per eccellenza, il cacciatore nella sua forma più ludica e fumettistica. Dan Trachtenberg in regia è pragmatico ma tecnico (come dimostrato nel precedente 10 Cloverfield Lane), in grado di valorizzare il make-up con il supporto degli effetti speciali visivi e sonori.
Questa sinergia, curata nei minimi dettagli dalla casa produttrice sotto capitali attivi della The Walt Disney Company, dà vita a un prodotto ineccepibile sotto tanti punti di vista, in primis il non essere dipendente da grandi nomi nel cast (Amber Midthunder è un volto conosciuto solo ai fan delle serie tv Legion e Roswell, New Mexico), il che rende tutto più digeribile e accattivante.
Anche la natura sembra piegarsi inesorabilmente al predatore extraterrestre, e nulla possono famelici lupi e mastodontici orsi, che cadono sotto i suoi risoluti colpi di lama. L’apoteosi della messa in scena sta nella connessione dell’antagonista con lo sfondo paesaggistico, tessuto da alberi giganteschi e frondosi, erba alta, sabbie mobili e radure fangose.
La fotografia di Jack Cutter gioca con disinvoltura alternando barlumi d’invisibilità, scie e apparizioni che acuiscono la presenza spaventosa e titanica dello Yautja. E nello scontro con gli sfidanti umani si manifesta tutta la brutalità di cui la saga necessitava per tornare agli antichi fasti.
Curiosità
Dane DiLiegro, che interpreta il Predator, è un ex giocatore di basket statunitense di 206 cm di altezza e 109 kg di peso. La sua carriera sportiva si è svolta in particolar modo nei campionati italiani di pallacanestro.