Titolo originale: Dark Crimes
Regia: Alexandros Avranas
Sceneggiatura: Jeremy Brock
Cast: Jim Carrey, Charlotte Gainsbourg, Marton Csokas
Musiche: Richard Patrick
Produzione: USA 2016
Genere: Thriller
Durata: 92 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Tadek (Jim Carrey) è un poliziotto polacco ossessionato da un vecchio caso irrisolto e ormai archiviato: l’omicidio di Daniel Sadowski, frequentatore del sex club “The Cage”. Durante le sue ricerche, non solo scopre che Kozlov (Marton Csokas), noto scrittore, è stato un assiduo frequentatore del club, ma anche di essere l’autore di un romanzo dove racconta un delitto incredibilmente simile.
Convinto che questa similitudine basti come prova per accusarlo e renderlo colpevole, il detective ottiene la riapertura del caso e inizia ufficialmente a indagare sia sullo scrittore sia sulla sua compagna Kasia (Charlotte Gainsbourg)
Recensione
Quella che Alexandros Avranas decide di narrare attraverso Dark Crimes è una storia che ha dell’assurdo. Una storia che, in realtà, è stata raccontata per prima dal giornalista David Grann in un discusso articolo del The New Yorker. Un omicidio efferato, sì, ma ciò che ha fatto scalpore è stata proprio la somiglianza del delitto con la storia raccontata dallo scrittore Koslov (Marton Csokas) nel suo romanzo.
Ci troviamo in una Polonia rigida e tetra, nella quale la polizia comanda vigile su ogni cosa. Legalità e illegalità si scontrano tra loro e il nostro Tadek è uno dei pochi appartenenti alla vecchia scuola. Ormai giunto alla fine della propria carriera capiamo che, per questioni antecedenti ai fatti, non è più abilitato a svolgere la professione di detective.
Lavora negli archivi, ma non gli basta. Vuole essere il poliziotto giusto, dalla parte dei giusti e che lavora incessantemente per trovare la verità. È disposto a mettere in gioco ogni suo mezzo pur di trovarla, ma a che prezzo? Non è un caso che sua moglie, interpretata da Agata Kuelsza, alla riapertura delle indagini gli da un consiglio che sarà l’intera chiave di lettura del film: «Cerca di non scordare chi sei».
L’indagine diventa presto estenuante e logorante a tal punto che il detective perde il contatto con la realtà e con se stesso. Marta, sua moglie, aveva come preannunciato uno scenario simile. Tadek è ossessionato dal caso, impara addirittura il romanzo di Koslov a memoria. È una ricerca senza sosta.
L’interpretazione di Jim Carrey è assolutamente inedita in Dark Crimes: il pubblico lo identifica come attore comico ma qui viene messo in luce il suo animo più drammatico.
Koslov (Marton Csokas), d’altra parte, è un personaggio molto enigmatico, uno scrittore di successo, un dissimulatore che, con le sue parole, riesce a ingannare il detective facendogli mettere in dubbio la verità. Che sia o meno il colpevole, ha sicuramente un legame con l’omicidio.
Nel romanzo trapelano dettagli che solo la polizia o il killer avrebbero potuto conoscere. Inoltre, è un abituale cliente del The Cage, un locale sporco, violento, sadomasochista. Qui gli uomini possono esercitare il loro potere sulle donne, sopraffarle sessualmente, molestandole.
Kasia (Charlotte Gainsbourg), compagna di Koslov, è stata tra le prostitute violentate e riporta ferite che non si potranno mai rimarginare. Un trauma potente andato avanti per anni. Koslov è una presenza costante nella sua vita, a metà tra tormento e amore.
Per il legame che gli unisce, i due diventano entrambi, inevitabilmente, gli indagati principali dell’omicidio di Daniel Sadowski. Charlotte Gainsbourg e, soprattutto, Marton Csokas hanno messo in scena un’interpretazione geniale, in perfetta sintonia con l’ambientazione inquietante e perversa del film.
Più l’indagine va avanti e più ci sembra che Sadowski non sia l’unica vittima della storia. Vi è Kasia, marchiata per sempre dalle violenze subite, e poi Tadek, un detective che vuole risolvere il caso più di ogni altra cosa. Tadek perde se stesso e la famiglia, logorato non solo dalle indagini ma anche dagli errori che commetterà. Insomma, in Dark Crimes giusto e sbagliato si intrecciano e se ne perdono i confini.
La pellicola di Avranos ha sicuramente il merito di portare sul grande schermo una storia che fa riflettere e angosciare allo stesso tempo. Ma c’è qualcosa che manca. Manca il coinvolgimento del pubblico perché la suspense viene persa fin dai primi minuti. Non si entra in empatia con i personaggi perché non gli viene dedicato abbastanza spazio. Anzi, diventano monotoni e prevedibili.
Se da un lato l’interpretazione degli attori avrebbe potuto aumentare la nota investigativa e dark del film, regia e sceneggiatura non hanno posto le basi per un buon sviluppo, rendendo trama e relazione tra personaggi fin troppo complesse.
Curiosità
L’articolo «True crimes» è stato pubblicato da David Grann nel 2008 sul The New Yorker. Racconta un fatto reale che ha come protagonisti Dariusz Janiszewski, la vittima, e Krystian Bala, lo scrittore.