Titolo originale: The last voyage of the Demeter
Regia: André Øvredal
Sceneggiatura: Bragi F. Schut, Zak Olkewicz
Cast: Corey Hawkins, Liam Cunningham, David Dastmalchian, Aisling Franciosi
Musiche: Bear McCreary
Produzione: USA, Regno Unito, Canada, India, Germania
Genere: Horror
Durata: 118 minuti
Regia:
Interpretazione:
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Musica:
Giudizio:
Trama
Agosto, 1897. Durante una notte tempestosa, dal faro di Whitby viene avvistata la nave Demeter, che finisce incagliata sugli scogli. A bordo l’equipaggio sembra essersi dissolto nel nulla e soltanto da quanto scritto sul registro di navigazione si apprende il macabro destino dei marinai.
Salpata dal porto di Varna un mese prima con un grosso carico di casse nella stiva, la goletta è divenuta teatro di violente morti dispensate da una creatura assetata di sangue. Testimoni del massacro il dottor Clemens (Corey Hawkins) e la clandestina Anna (Aisling Franciosi).
Recensione
Rimasto per 20 anni in fase di sviluppo, Demeter vede finalmente la luce in fondo al development hell. La libera trasposizione del settimo capitolo del Dracula edito da Bram Stoker alla fine del XIX secolo aveva già nel 2003 una sceneggiatura fatta e conclusa, opera di Bragi F. Schut.
Bocciati via via dalla produzione cineasti del calibro di Marcus Nispel, Guillermo Del Toro e Neil Marshall, l’ambizioso spin-off cinematografico del romanzo capolavoro venne preso in mano dalla Amblin Partners nel 2019. Con l’acquisizione dei diritti, la major ha potuto sbloccare il progetto per il quale si era pensato a un cast sontuoso, costituito da Noomi Rapace, Viggo Mortensen e Ben Kingsley.
Affidata la regia ad André Øvredal (Troll Hunter, Autopsy, Scary Stories to Tell in the Dark), la mole di ingaggi ha subito un drastico ridimensionamento, puntando invece sulla presenza di bravi caratteristi e fra questi l’attore irlandese Liam Cunningham, lo statunitense David Dastmalchian e lo spagnolo Javier Botet, storica incarnazione delle più spaventose creature dell’horror contemporaneo.
Il risultato è tutt’altro che disprezzabile, una gothic story d’atmosfera dal buon ritmo, senza acuti particolari ma tensivo quanto basta per monopolizzare 2 ore di visione. Protagonisti gli ambienti claustrofobici della nave, gli spazi chiusi dai quali non si può fuggire, circondati dal mare volubile e turbolento, in balia dei repentini cambi di umore climatico.
Nebbia, lampi e tuoni, bagliori a spezzare il velo delle tenebre nel corso di un interminabile viaggio dai Carpazi all’Inghilterra: tutto ciò compone e condisce ad arte un’azione in flashback che ha qualche debito visivo verso la Hammer e il suo tradizionale filone di mostri.
Molto artificiale e artificioso, Demeter – Il Risveglio di Dracula ha poco di vampiresco (il titolo originale, The Last Voyage of the Demeter, non menziona infatti né il conte né altro che possa essere direttamente ricondotto alla sua mitica figura) ma sa insistere sulle paure ancestrali dell’uomo, accondiscendente verso credenze e scaramanzie soprannaturali.
Riferimenti estetici a cult come il Nosferatu di Murnau, Vampires, Dal tramonto all’alba e Il buio si avvicina (i corpi che prendono fuoco alla luce del sole) sono evidenti, Per questo può obiettivamente piacere e saziare parecchi orizzonti di attesa.
Curiosità
Per girare il film, la troupe ha scelto gli splendidi scenari di Malta e il suo mare.