vince vaughn e mel gibson
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Dragged across concrete – Poliziotti al limite

dragged across concrete locandinaTitolo originale: Dragged across concrete

Regia e sceneggiatura: S. Craig Zahler

Cast: Mel Gibson, Vince Vaughn, Tory Kittles, Thomas Kretschmann

Musiche: Jeff Herriott, The O’Jays, S. Craig Zahler

Produzione: Canada, USA 2019

Genere: Azione

Durata: 158 minuti

summit entertainment logo   Trailer

 

vince vaughn e mel gibson  rapina in banca   tory kittles

 

Regia: stellastellastellastella

Interpretazione: stellastellastella

Sceneggiatura: stellastellastella

Musica: stellastellastella

Giudizio: stellastellastella

 

Trama

Sospesi dal servizio per un periodo di sei settimane dopo essere stati ripresi con il cellulare a esercitare eccessiva violenza contro uno spacciatore messicano, Brett Ridgeman (Mel Gibson) e il collega Anthony Lurasetti (Vince Vaughn) si ritrovano con le spalle al muro. Il primo vorrebbe lasciare il malfamato quartiere in cui vive insieme alla moglie affetta da sclerosi multipla (Laurie Holden) e alla figlia continuamente presa di mira dai coetanei, il secondo è in procinto di chiedere in sposa l’amata Denise.

I due si mettono sulle tracce del criminale Lorentz Vogelmann (Thomas Kretschmann) che, con due complici al seguito, compie una sanguinosa rapina in banca massacrando direttore e dipendenti. Il bottino fa gola ai due poliziotti ma anche a Henry (Tory Kittles) e Biscuit (Michael Jai White), ingaggiati come autisti per condurre in fuga i rapinatori.

Recensione

Non c’è che dire: S. Craig Zahler si conferma autore cinematografico cazzuto e senza peli sulla lingua, di mano cinica, scrittura svelta e d’impatto. In Dragged across concrete impone ancora una volta la propria cifra stilistica fatta di feroce violenza, approcci cruenti e scontri fra uomini disperati, risoluti e folli.

Sulla scia di Tarantino e Rodriguez, Zahler racconta fin dove ci si può spingere per perseguire i propri scopi, saltando fin dentro la pancia dell’abisso, tra i fuochi della vendetta, del riscatto macchiato di sangue, del lecito che si trasforma d’improvviso in atto oltre lex legittima. Nessuna pietà: in quasi tre ore piene ma agilissime nel loro scorrere entra davvero di tutto, legato da un intrattenimento furente in cui c’è posto persino per un’ironia verbosa generata dai riverberi de Le iene, Jackie Brown e Pulp Fiction.

I poliziotti al limite vengono incarnati da Mel Gibson e Vince Vaughn, coppia estremamente ben assortita nella quale convergono due distinti vissuti, differenti aspirazioni ma eguale missione, ovvero l’ambizione a un’esistenza migliore, una gratifica invece del loro stipendio da fame. Gibson è una new entry nella filmografia di Zahler, al contrario di Vaughn, straordinario nel truce Brawl in the cell block 99.

Riconfermati poi Jennifer Carpenter, Udo Kier e Don Johnson. Dragged across concrete è stato vietato ai minori di 17 anni in terra statunitense e di 14 anni in Italia. Ai contenuti violenti e alle esplicitazioni sessuali si somma un costante anelito di morte dalla pressione scioccante.

L’equilibrio che lega e concatena le diverse storie è tuttavia inconfutabile, come d’altronde i personaggi che appaiono in qualità di dannati sacrificabili per il solo fatto di essere entrati consapevolmente in una spirale tanto pericolosa. Di questo degrado morale fanno purtroppo le spese anche degli innocenti, capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Il pregio più esemplare della pellicola: l’assoluta mancanza di esagerazione, di sparatorie prolungate, falsità di genere e deliri spettacolari. Il realismo fa da padrone a una perversa sequela di cause ed effetti dalle spaventose conseguenze. Non ci si ferma nemmeno di fronte a una madre ferita che implora affinché una scarpetta tenuta in tasca possa essere restituita al suo bambino. Buddy cop movie costruito sulle (dis)illusioni di personaggi scomodi al sistema, già ben oltre il limite consentito.

Curiosità

michael jay white

Michael Jai White, noto per le sue capacità nelle arti marziali, in questo film non ne fa sfoggio alcuno.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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