Titolo originale: Road to perdition
Regia: Sam Mendes
Sceneggiatura: David Self
Cast: Tom Hanks, Paul Newman, Jude Law, Tyler Hoechlin
Musiche: Thomas Newman
Produzione: USA 2002
Genere: Gangster movie
Durata: 112 minuti
Miglior fotografia
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Trama
Illinois, anni ’30. Michael Sullivan (Tom Hanks) lavora al soldo di John Rooney (Paul Newman), potente gangster che nutre per lui un affetto paterno. Tutto cambia quando la sua famiglia viene trucidata dagli uomini di Connor Rooney (Daniel Craig) dopo che il figlio adolescente Michael Jr. (Tyler Hoechlin) ha assistito di nascosto a un regolamento di conti, scampando poi alla strage.
L’uomo mette in atto la propria vendetta colpendo a suon di rapine le finanze della malavita organizzata. Inseguiti e braccati da un killer spietato (Jude Law), Michael e suo figlio si danno alla fuga percorrendo in lungo e in largo le strade d’America per sei lunghe settimane. Nel dramma avranno però un’occasione per conoscersi davvero, approfondendo il loro rapporto rimasto fino a quel momento insoluto.
Recensione
Chi conosce Sam Mendes sa che è un perfezionista, vincitore di un Oscar per la regia di American Beauty, film che ha ottenuto in totale cinque statuette. In questa pellicola, a conferma della meticolosità applicata in tutti i suoi lavori, non c’è veramente nulla lasciato al caso.
In quello che si prefigura come un gangster movie in realtà vi è molto di più, c’è una storia di vendetta e un tema fondamentale, anzi primario, ovvero la genitorialità che si fa largo – nel clima tragico delle esecuzioni di sangue – fra le maglie strette del rapporto padre-figlio. Michael Sr. e Michael Jr. non si conoscono, poi accade un fatto traumatico che li porta a dover stare sempre insieme, uniti per un solo fine, assicurarsi un futuro senza più violenza.
Il destino di un padre non è spesso il destino di un figlio, il dovere di un genitore sta nel salvaguardarne l’avvenire. Questa è l’ossessione di Sullivan, interpretato da Tom Hanks, stavolta poco espressivo ma tuttavia efficace: riesce a dare sicurezza al suo personaggio, anche con qualche siparietto comico che allenta la tensione.
Per gran parte del film imperversa la pioggia, fitta e sempre presente nei momenti catartici. Non dobbiamo comunque dimenticarci del vero protagonista, il giovane Tyler Hoechlin, volto interessante e attore talentuoso. Paul Newman regala un’ultima intensa performance nel ruolo di un vecchio boss, anche lui padre, costretto a compiere scelte dolorose, quelle che sono materia portante e integrante di Era mio padre, adattamento del graphic novel realizzato da Max Allan Collins e Richard Piers Rayner.
CINEFOCUS
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Curiosità
Sam Mendes compare in un cameo nella parte di uno scagnozzo di John Rooney.