Titolo originale: Highlander
Regia: Russell Mulcahy
Sceneggiatura: Gregory Widen, Peter Bellwood, Larry Ferguson
Cast: Christopher Lambert, Sean Connery, Clancy Brown
Musiche: Queen
Produzione: USA 1986
Genere: Fantastico
Durata: 110 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Epoca moderna. Negli anfratti metropolitani, alcuni immortali si affrontano a duello per arrivare all’adunata e conquistare un potere inimmaginabile. Tra loro c’è Connor McLeod (Christopher Lambert), un guerriero scozzese in vita da molti secoli, in lotta contro il Kurgan (Clancy Brown), assassino spietato e crudele. Arriveranno a battersi per ottenere l’agognata ricompensa e infine ne resterà soltanto uno.
Recensione
Nel 1986 questo film diretto da Russell Mulcahy ebbe grande successo per il tema trattato, l’immortalità. Nel suo modo di raccontare l’incredibile vicenda di uomini straordinari, il regista crea un parallelismo fra l’era moderna, frenetica, industrializzata e folle, e la storia passata.
In particolare è il protagonista, Connor McCleod, a svelarci attraverso memorabili flashback narrativi il corso degli eventi che lo hanno riguardato nei secoli. Nell’alternanza messa in scena, questo guerriero mette a conoscenza dello spettatore il proprio iter esistenziale, storico, a partire dalla battaglia sulle highlands scozzesi, dove Connor viene apparentemente ferito a morte dal Kurgan.
La sua guarigione miracolosa e la sua parziale invulnerabilità provocano l’ostilità dei parenti, che lo bandiscono dal villaggio. Mulcahy premette, quindi, che quella che per alcuni viene vista come un fantastico potere è in realtà una triste condanna, recante sofferenza e solitudine.
Coloro che Connor ama soggiacciono alla sorte dell’essere umano, invecchiano e muoiono, mentre egli cavalca la storia seguendone la lunga evoluzione. Ancor prima che la violenza pervada la scena, emerge quel romanticismo che viaggia insieme alla malinconia e che contraddistingue il rapporto d’amore fra l’uomo ed Heather, sua donna fedele, dolce e premurosa.
Gli immortali rappresentano una stirpe potente, variegata, in cui ogni elemento che la costituisce possiede un proprio carattere, una propria abilità nell’impugnare una spada e un proprio destino.
La contrapposizione fondamentale vede coinvolti proprio Connor e il Kurgan, interpretato da un ottimo Clancy Brown. Fra loro s’insinua e prende piede la figura di Juan Sanchez Villa-Lobos Ramirez, maestro d’armi d’indubbia saggezza e anch’egli immortale, comparso all’improvviso per addestrare il giovane McCleod e renderlo consapevole delle sue inusuali capacità.
Le migliori riprese effettuate riguardano proprio il protagonista e Ramirez, impegnati ad allenarsi sulle montagne scozzesi, circondati da stupendi panorami e accompagnati dalla meravigliosa musica dei Queen: la canzone “Who wants to live forever” tocca l’apice dell’emozione e costituisce l’essenza di tutto il film.
Il personaggio interpretato da Sean Connery acquisisce grande carisma, determinando praticamente l’evolversi della vicenda vissuta da Connor, cui veste i panni Christopher Lambert, messo a suo agio da una sceneggiatura che ne esalta le doti fisiche concedendogli parecchie inquadrature in primissimo piano.
Il maggior interesse viene suscitato proprio dal ricordo, tuttavia assai concitati paiono i duelli di spada, dove l’esito della tenzone è affidato all’agilità della lama. Highlander rappresenta una storia intensa ancor oggi unica e originale nell’intera produzione cinematografica.
CINEFOCUS
Juan Sanchez Villa-Lobos Ramirez
Testa di Drago, la formidabile spada di Ramirez
Curiosità
Nel video musicale “Princes of the Universe”, Christopher Lambert simula un duello di spade con Freddy Mercury, armato solo di microfono.