Titolo originale: Il Premio
Regia: Alessandro Gassmann
Sceneggiatura: Alessandro Gassmann, Massimiliano Bruno, Walter Lupo
Cast: Gigi Proietti, Alessandro Gassmann, Anna Foglietta, Rocco Papaleo
Musiche: Maurizio Filardo
Produzione: Italia 2017
Genere: Commedia
Durata: 100 minuti
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Giudizio:
Trama
La vita di Oreste (Alessandro Gassmann) è attualmente divisa tra il sogno di aprire una palestra di proprietà e il suo matrimonio prossimo alla rovina che lo angoscia. Peccato che per realizzare questo sogno mancano all’appello 15 mila euro.
Il padre Giovanni Passamonte (Gigi Proietti), fresco vincitore del Premio Nobel per la letteratura, promette di darglieli a patto che lui lo accompagni in Svezia a ritirare il premio. Di malavoglia Oreste accetta, ritrovandosi a compiere un viaggio on the road per l’Europa in compagnia del padre, di Rinaldo (Rocco Papaleo) segretario del padre, e della sorella Lucrezia (Anna Foglietta), vanitosa blogger attiva sui social.
Sarà un viaggio rivelatore di dinamiche familiari e sociali fino ad allora sopite.
Recensione
Una delle ultime interpretazioni dell’amato Gigi Proietti in una commedia dove giganteggia su un ricco cast composto da giovani promesse del nostro cinema (Matilda De Angelis) e attori ormai con una proficua carriera alle spalle (Alessandro Gassmann, Rocco Papaleo e Anna Foglietta).
Tutti sono ben disposti a lasciargli la scena. Alla sua seconda regia dopo Razza bastarda, Alessandro Gassmann affronta con Il Premio quello che indubbiamente è stato un aspetto importante della sua vita: l’ombra di una figura paterna famosa quale fu suo padre Vittorio Gassman.
Con intelligenza, ironia ed eleganza grottesca ravvisabile soprattutto nel finale, Gassman scatta una fotografia familiare ponendo l’accento sul legame tra fratelli, tra padri e figli e tutto ciò che concerne l’aspetto relazionale della vita di un uomo di successo e del suo opposto.
Giovanni Passamonte è un romanziere dalla brillante carriera, il cui coronamento è il premio appena vinto, dedito da sempre a una vita di vizi e piaceri mentre Oreste incarna l’uomo insoddisfatto di ciò che ha, alla continua ricerca di qualcosa che possa farlo sentire realizzato.
All’ombra di Giovanni vivono Rinaldo e Lucrezia, succubi della figura autoritaria che rappresenta. Il viaggio attraverso cui si dispiega la trama fa suoi elementi tipici del romanzo di formazione in cui i personaggi crescono, maturano consapevolezze e scoprono verità che altro non sono che scheletri nell’armadio fino a quel momento mal riposti.
Giovanni Passamonte assume il ruolo di trait d’union, colui che tira le fila delle relazioni distorte attorno a lui e, paradossalmente, le risolve seppur con brutalità. L’iniziale risentimento di chi gli sta attorno è il prezzo da pagare per aver sacrificato la famiglia per il successo.
Lo scrittore si accorgerà di quanto la famiglia e i legami con essa siano la cosa più importante a cui un uomo può aspirare nella vita, il vero premio di cui essere orgogliosi.
Con una felice direzione attoriale e luoghi suggestivi scelti in maniera oculata e funzionale, Il Premio si mostra più godibile di quello che, con l’onnipresente pregiudizio sul cinema italiano, si potrebbe pensare.
Oggi più che mai, il consiglio è di recuperarne la visione e avere un ulteriore ricordo della versatilità e professionalità di un grande mattatore dell’arte quale fu Gigi Proietti.
Curiosità
Le location principali del film sono state individuate in Trentino Alto Adige e Nord Europa.