Titolo originale: How it ends
Regia: David M. Rosenthal
Sceneggiatura: Brooks McLaren
Cast: Theo James, Forest Whitaker, Kat Graham
Musiche: Atli Orvasson
Produzione: USA 2018
Genere: Fantascienza
Durata: 113 minuti
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Giudizio:
Trama
Mentre è al telefono con la compagna Samantha (Kat Graham), Will (Theo James) perde improvvisamente ogni collegamento con la ragazza, apparsa d’un tratto spaventata. Chicago ha un repentino blackout e la città viene da subito sorvolata da caccia militari a volo radente.
Qualcosa di strano sta per verificarsi e Will decide di partire subito per Seattle così da raggiungere la futura moglie, peraltro incinta. Con lui c’è Tom (Forest Whitaker) ex marine che ha messo da parte un patrimonio e padre di Samantha.
I due, in conflitto e diffidenti l’uno dell’altro, partono compiendo un viaggio di migliaia di chilometri fra presidi, roccaforti civili, ladri e criminali. L’America è nel caos totale, il motivo rimane sconosciuto.
Recensione
La fine è un film che volutamente s’arrocca senza mai rivelare nulla, dipendente da un sequel già a partire da una sceneggiatura molto volubile, astratta e di assai libera interpretazione. Non sempre, tuttavia, i misteri risultano ben accetti alle platee, specialmente se il “non finale” diviene una moda reiterata che deve affidarsi a un’idea di prossima generazione.
Se poi consideriamo una pellicola il cui titolo è La fine (o How it ends nella versione originale), scoviamo immediatamente una sottile ironia che fa sorridere lasciando conseguentemente un’amara insoddisfazione. Di trame come questa o tanto simili a questa se ne sono viste troppe e non ci fanno più viaggiare né scoprire, né entusiasmare per il solo gusto di esplorare.
E’ esattamente la compiutezza dello svelamento che ormai latita, la definizione precisa nel tempo e nello spazio di un plot abbandonato al dubbio e a un immaginario che stenta a materializzarsi. Disaster movie o sci-fi apocalittica che sia, non pensiate di determinarlo ora, eppure i codici di genere paiono ancora piuttosto essenziali per cogliere l’anima di una storia, e qui essa possiede sfondi e atmosfere cariche ma nella sostanza è affetta da un mutismo fastidioso, forse inconscio.
Ad affrontare un apparente armageddon ci sono dei cliché parentali, degli stereotipi incarnati dalle figure nitide di Will e Tom, il genero e il suocero, il giovane e il vecchio, il pivello e il navigato, in sintesi la strana coppia che annaspa nell’ambiguità di una vicenda oscura, priva di mordente, diluita con la soluzione fisiologica di un cinema passato vagheggiante.
Insomma, di che parla La fine? Quel che di certo sappiamo è che ambisce più a creare suspense rifuggendo dal principio della risoluzione. La cornice c’è, manca il quadro.
Curiosità
Il film è stato girato a Winnipeg.