Titolo originale: Midsommar
Regia e sceneggiatura: Ari Aster
Cast: Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper
Musiche: The Haxan Cloak
Produzione: USA 2019
Genere: Horror
Durata: 147 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Dopo la scomparsa dei suoi genitori, Dani (Florence Pugh) viene convinta dal fidanzato e alcuni amici a fare con loro un viaggio in Svezia. In un villaggio sperduto con usanze estive uniche nel loro genere, le cose andranno rapidamente per il peggio e catapulteranno la ragazza in un vortice di terrore.
Recensione
Già con il precedente film Hereditary – Le origini del male, il regista Ari Aster ha dimostrato di saper compiere scelte apprezzabili, mosse dalla volontà fare horror atipici, lontani dai cliché del genere. Con un altro livello di decostruzione come quello di Midsommar, si ripropone il problema di una forza non spinta al massimo.
Con la mano poco calcata, il film risulta però un progetto riuscito ed esteticamente estasiante. Infatti, dopo la fotografia sconvolgente di Hereditary, Aster torna con un gioiellino visivo che gioca con il buio e la luce, sfruttando i paesaggi della Svezia. Molto simile al primo, emerge una tecnica consapevole del regista, che gioca con interni ed esterni grazie a inquadrature molto studiate.
Il cast, competente, fa emergere principalmente Florence Pugh, stella nascente del firmamento hollywoodiano. L’attrice in questione regge sulle sue spalle l’intera struttura narrativa, seppur con un buon supporto, e fa chiudere gli occhi su altre performances discutibili.
Dalle premesse realistiche, i toni grotteschi del film sfociano su temi deliranti, in un equilibrio tra ambiguità di tinte e nuances. Questa offuscata identità della pellicola risulta un’arma a doppio taglio, ma anche una chiara volontà di sperimentazione.
In conclusione, si tratta di un ottimo lavoro, ben riuscito ed equilibrato, un tendere a nuovi mix di generi. Si avvale di una sceneggiatura ben calibrata e, seppur forse troppo lungo lo svolgimento, sboccia grazie alla resa visiva incredibile.
Curiosità
Ari Aster ha girato il film a Budapest.