Titolo originale: In a valley of violence
Regia e sceneggiatura: Ti West
Cast: Ethan Hawke, John Travolta, Taissa Farmiga, James Ransone
Musiche: Jeff Grace
Produzione: USA 2016
Genere: Western
Durata: 104 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Errante nelle valli desertiche del selvaggio West insieme alla fedele cagnetta Abby, il solitario Paul (Ethan Hawke) è diretto in Messico. Facendo provviste nella fatiscente cittadina di Denton, è oggetto delle prepotenze del bullo Gilly (James Ransone), che il forestiero stende con un pugno di fronte a tutta la comunità.
Costretto dallo sceriffo (John Travolta) a lasciare subito il paese, Paul subisce nella notte l’agguato di Gilly e dei suoi scagnozzi. Abby viene uccisa senza pietà, innescando la terribile vendetta. Ad aiutare l’uomo la giovane Mary-Anne (Taissa Farmiga), proprietaria dell’hotel locale con la sorella (e fidanzata del vile assassino) Ellen (Karen Gillan).
Recensione
C’è molto Tarantino in questa violenta pellicola di Ti West, ispirazioni dirette da Django Unchained e The Hateful Eight in termini di dinamiche di vendetta e umorismo a tratti grottesco quanto paradossale.
Nonostante i vari riferimenti e un substrato decisamente pulp, quella alla quale assistiamo è un’apologia della rivalsa sanguinaria a colpi di colt e rasoio. La visione prosegue e in breve ci si accorge di trovarsi di fronte alla trasposizione in salsa western del primo John Wick poiché tutto, ma proprio tutto va a coincidere senza inalberarsi in troppe interpretazioni.
Le apparenti similitudini diventano situazioni reiterate, con il protagonista obbligato a deviare dai propri pacifici intenti, a scontrarsi e a struggersi per la morte dell’unico affetto rimastogli, salvo poi scatenarsi come una furia. Anche quanto succede in seguito prende ogni gesto (o quasi) dal thriller action di Chad Stahelski.
Ethan Hawke è il vendicatore misterioso e tormentato, ideale per ripulire la marmaglia di idioti e disadattati in quel di Denton, laddove regnano la silente paura e il dispotismo di uno sceriffo giganteggiante in un piccolo stagno. Quel “marshall” ha la corpulenza affannata di John Travolta, meno efficace rispetto a James Ransone nei panni dell’odioso Gilly.
Hawke, al primo ruolo in un western (seguiranno I magnifici 7 e The Kid), infonde al personaggio le complicazioni di una personalità essenziale e taciturna, sottomessa a un trauma pregresso cui si aggiunge l’angheria del presente. Taissa Farmiga è in via di maturazione come attrice, mentre la cagnolina Abby ha già oltrepassato i livelli dell’Actor’s Studio e del metodo Stanislavskij.
Curiosità
La Blumhouse deraglia dalla consueta politica dell’horror producendo inaspettatamente (per i fan del brand di Jason Blum) un western molto cattivo.