Titolo originale: Promises
Regia e sceneggiatura: Amanda Sthers
Cast: Pierfrancesco Favino, Kelly Reilly, Jean Reno, Cara Theobold
Musiche: Andrea Laszlo De Simone
Produzione: Francia, Italia 2021
Genere: Drammatico
Durata: 113 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Alexander (Pierfrancesco Favino), commerciante di libri antichi italo-inglese dall’infanzia difficile a causa di una serie di episodi traumatici, è felicemente sposato con Bianca (Ginnie Watson) e padre di Penelope. Incontra Laura (Kelly Reilly) a una festa. Lei è una gallerista d’arte prossima alle nozze. Scatta il colpo di fulmine ma la fedeltà ai relativi partner è incrollabile.
I matrimoni sono promesse e le promesse non si rompono, anche a scapito della propria felicità. Complice un tempismo perennemente sbagliato, la loro sarà una storia d’amore mai consumata e, proprio per questo, eterna.
Recensione
La concezione del tempo non come linea retta ma come spirale è alla base della filosofia moderna. Questa riflessione, frutto di una conversazione con un potenziale venditore, sarà il faro nella notte per Alexander, protagonista della vicenda narrata da Amanda Sthers, di cui è autrice (suo il romanzo Les Promesses) e regista.
L’incedere degli eventi di cui l’uomo è protagonista, spettatore e vittima, condizionano la sua visione della vita, che in Promises viene raccontata come un susseguirsi di flashback e flashforward, al punto da renderlo incarnazione di sentimenti quali la malinconia e il rimpianto.
Sandro è un uomo moderno nel senso filosofico del termine. È lo spirito di un’epoca, la seconda metà del ‘900. Interessante in tal senso la scelta di narrare la parabola umana senza dare risalto agli avvenimenti storici che si susseguono, ma, apparentemente, concentrandosi sulla storia di una vita.
Eppure la Storia c’è, eccome. Dall’Italia degli anni ‘50 alla Londra degli anni ‘80, la Sthers affronta cambiamenti epocali accompagnando il pubblico in un viaggio tra un twist su un’assolata spiaggia laziale e un dance club londinese illuminato da luci al neon di improbabili colori, tanto cari al mondo nella buia era della Thatcher.
Ma il viaggio non sarà lineare bensì impervio, come è impervia la vicenda umana di Alexander, con cui la vita non è certo stata gentile. Non pago dei traumi che ha imposto all’uomo durante la sua infanzia e la sua adolescenza, il destino ha in serbo un ulteriore scherzo: incontrerai la donna dei tuoi sogni ma il vostro tempo non arriverà, cosa lo spettatore sa fin dalla prima scena del film.
“Questa è la vita, non una commedia romantica.”
Ed è la vita, perché Promises ci racconta, portandola al parossismo per esigenze drammatiche, una storia con cui è facile empatizzare: la storia della persona giusta al momento sbagliato. Non un incontro voluto dalle stelle, ma dall’inferno.
Promises è un film sull’uomo moderno. Quello che cerca di andare avanti nel suo pantano di nostalgia e rimpianti, torturato da un passato che gli impedisce di vedere una vera e propria luce sul futuro, quello che pensa di poter essere felice accontentandosi del piano B, ma a cui un’idealizzazione del piano A che non ha mai veramente vissuto impedisce di essere in pace. Questo è Alexander, personaggio diviso tra due dimensioni, Alexander e Sandro, il presente e il passato, l’Inghilterra e l’Italia, le promesse e le speranze.
Promises restituisce la doppia anima del protagonista attraverso le immagini di due Paesi estremamente diversi ed esaspera, grazie all’ottima fotografia di Marco Graziaplena, il contrasto tra l’Italia dell’infanzia – connotata al punto di ricordare quella del pixeriano Luca (siamo nel Lazio, ma potremmo essere in Liguria – e l’Inghilterra dell’età adulta, totalmente spersonalizzata. Il pubblico sa di essere a Londra solo grazie a qualche sporadica ma inconfondibile cabina telefonica.
A esacerbare il contrasto, la controparte della triste storia d’amore: Laura, seppure condivida il destino tragico con Sandro, è un personaggio fatalista e riesce ad andare avanti, sebbene con lo stesso rimpianto. Riesce a scendere a patti col fatto che forse è vero: il tempo è una spirale, ma procede ineluttabilmente in avanti, come una linea retta.
Curiosità
Il romanzo che nel prologo il padre regala a Sandro è Il barone rampante di Italo Calvino. Parallelamente, Laura dona ad Alexander una vecchia copia di Se una notte d’inverno un viaggiatore. Il ricorrere dell’autore lo rende quasi un personaggio invisibile del film.
Foto: Gianni Fiorito
Immagini: © Vision Distribution