Titolo originale: Proxima
Regia e sceneggiatura: Alice Winocour
Cast: Eva Green, Matt Dillon, Zélie Boulant
Musiche: Ryuichi Sakamoto
Produzione: Francia 2019
Genere: Drammatico
Durata: 107 minuti
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Sarah (Eva Green), astronauta francese la cui dedizione al lavoro non le permette di passare molto tempo con la figlia Stella, viene selezionata per prendere parte a una missione di 12 mesi lontano dalla Terra. Unica donna in un programma spaziale internazionale, Sarah deve affrontare non solo le dure prove di un addestramento rigidissimo ma anche le fragilità della figlia, dalla quale dovrà separarsi per molto tempo.
Recensione
Proxima è una di quelle opere cinematografiche studiate per non essere imbrigliate in un genere specifico, lasciando che sia il fruitore della visione a collocarla dove meglio crede. Alice Winocour parte da questo primo assunto di libertà per raccontare la storia intima di una donna fra gli uomini che, nella piena autonomia del suo impegno, compie delle scelte importanti ma al contempo estremamente sofferte.
Nel rapporto esclusivo fra la protagonista Sarah e la figlia Stella vive il denso dramma espresso da una pellicola che respira sotto la superficie della realtà vera, nell’anticamera dello spazio. Qui, una giovane madre deve riuscire a far comprendere a una bambina di soli otto anni le motivazioni che la spingono ad allontanarsi da lei: un’impresa ben più ardua di quella per la quale si sta mentalmente e fisicamente preparando.
La Winocour affronta in punta di piedi questo tema di struggimento crescente. Parallelamente si dedica alla descrizione di un programma spaziale dal profumo quasi pionieristico, chiamando la sua protagonista a sostenere leve pazzesche, difficili da immaginare.
La regista di Augustine e Disorder illustra in poche ponderate parole le linee narrative di Proxima:
“L’aspetto privato qui è il rapporto madre-figlia, dato che io stessa ho una figlia di 8 anni. Volevo esplorare il processo di separazione di una madre e una figlia, che risuonava con la separazione dell’astronauta dalla Terra.”
Eva Green, intensa e deliziosa interprete di questo lucido ritratto umano, vi aggiunge il proprio punto di vista:
“Se non si soffre, non si cresce!. Ho trovato l’abnegazione degli astronauti – il loro implacabile allontanamento dei propri limiti – assolutamente affascinante.”
In effetti lo studio del personaggio e degli ambienti ha rivestito un ruolo fondamentale per la Green, che ha definito il personaggio di Sarah attraverso la lettura di libri sulla materia, la conoscenza di figure professionali come Samantha Cristoforetti e Claudie Haigneré e l’esplorazione dell’Agenzia Spaziale Europea a Colonia e Star City in Russia.
Viaggiando nei sentimenti insieme alla madre-astronauta, scopriamo in tutte le sue sfaccettature un film tutt’altro che femminista ma sì, certamente dalla parte delle donne e del loro coraggio nel prendersi grossi pesi sulle spalle ambendo a obiettivi capaci di mettere alla prova un’intera esistenza.
Presentato al Toronto International Film Festival nel 2019, Proxima vede nel cast la partecipazione di Matt Dillon nel ruolo dello statunitense Mike Shannon.
Curiosità
In una scena, Sarah si trova di fronte la sagoma cartonata a grandezza naturale dell’astronauta italiano Paolo Nespoli.
Immagini: © Koch Media