Titolo originale: Shining
Regia: Stanley Kubrick
Sceneggiatura: Stanley Kubrick e Diane Johnson
Cast: Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd
Musiche: Wendy Carlos
Produzione: USA 1980
Genere: Paranormale
Durata: 140 minuti
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Interpretazione:
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Giudizio:
Trama
Lo scrittore Jack Torrence (Jack Nicholson) accetta il lavoro di custode all’Overlook Hotel, un albergo sperduto tra le montagne e chiuso per il periodo invernale, e vi si trasferisce con la moglie Wendy (Shelley Duvall) e il figlio Danny (Danny Lloyd). L’Overlook Hotel fu luogo di efferati delitti e cela segreti terribili.
Presto Jack comincia a dare segni di pazzia, premeditando di sterminare la famiglia, spinto dalle inquietanti presenze insediate nell’albergo.
Recensione
Dall’eclettismo artistico del regista Stanley Kubrick nasce Shining, un capolavoro diretto con maestria e tratto dall’omonimo romanzo del geniale scrittore Stephen King. Il termine che dà il titolo al film significa “luccicanza“, un potere paranormale che possiede Danny, il figlio di Jack e Wendy.
Tutta la storia è in gran parte incentrata su di lui: il bambino riesce a sentire le entità che popolano l’albergo attraverso una capacità rara e misteriosa. Kubrick lo segue con la cinepresa mentre percorre col suo triciclo i lunghi corridoi, catturando le sconvolgenti apparizioni delle due gemelle assassinate e della donna crudele, in un gioco di specchi oscuri in cui la realtà non offre alcuna certezza.
Il dramma messo in scena dal brillante cineasta non può e non deve essere catalogato come un horror di genere, risulta invece corretto reputarlo un saggio visivo di parapsicologia immerso in una dimensione paranormale che travalica i consueti scenari tragici.
Il modo di dirigere di Kubrick sconvolge perchè inusuale, perfettamente ordinato e collocato in un contesto di metodicità lussuosa e alienante. Difatti, molto spesso nei suoi film ci addentriamo in spazi strutturalmente aristocratici, pervasi da una tranquillità pronta a essere martoriata.
Si tratta di un inganno scenico molto gradito allo spettatore, che assapora la quiete prima della tempesta, la confusione prima della follia, lo smarrimento e lo sgomento di fronte a immagini sconvolgenti.
L’Overlook Hotel è un luogo di sofferenza celata, che colpisce con un impeto inaudito Jack Torrence, il quale inizia a vagare per le sale in preda a un raptus crescente, in un’attesa prolissa ricca di visioni illusorie, proiezioni della sua volontà di fuggire da qualcosa che non concepisce.
Egli diviene facile preda dell’albergo, luogo che diventa entità vivente e subdola con i suoi personaggi rinchiusi e usati come marionette in un progetto lucido e freddamente meditato. L’apoteosi di tensione si rileva nelle sequenze in cui Jack bracca sua moglie nel bagno e mentre insegue Danny nel labirinto innevato.
Grandissima interpretazione di Jack Nicholson, in grado con lo sguardo di giocare perfidamente dimostrando duttilità e profonda capacità di adattamento al personaggio e al contesto, sapendo imprimere una personalità istrionica molto apprezzata dalla critica.
Elegante indagine nei meandri della follia, opera compiuta e magistralmente eseguita.
Curiosità
Jack Nicholson fu la prima scelta di Kubrick, ma per il ruolo di Jack Torrence furono presi in considerazione Robert De Niro, Harrison Ford e Robin Williams, che non avevano però l’approvazione di Stephen King.