Titolo originale: The Abyss
Regia e sceneggiatura: James Cameron
Cast: Ed Harris, Mary Elizabeth Mastrantonio, Michael Biehn
Musiche: Alan Silvestri
Produzione: USA 1989
Genere: Fantascienza
Durata: 140 minuti
Migliori effetti speciali visivi
Regia:
Interpretazione:
Sceneggiatura:
Musica:
Giudizio:
Trama
Una squadra della Navy Seal deve recuperare un sommergibile nucleare inabissatosi a 7.500 metri di profondità dopo la collisione con un oggetto non identificato. I militari organizzano la spedizione a bordo della piattaforma condotta dall’operaio specializzato Bud Bringman (Ed Harris), che entra subito in contrasto con il tenente Coffey (Michael Biehn) e la progettista Lindsey (Mary Elizabeth Mastrantonio), sua ex moglie.
Nel corso della progressiva discesa nei fondali oceanici, il team si imbatte in strani esseri luminosi.
Recensione
Ad oggi, The Abyss rimane il film più complesso e travagliato di James Cameron, realizzato nell’arco di due anni e 6 mesi di riprese intensive 6 giorni su 7 per 70 ore a settimana con relativo accumulo di stress per troupe e attori spinti al limite delle loro capacità. Costato ca. 70 mln di dollari (cifra mai confermata), ha dalla sua anzitutto l’essere un’avventura subacquea senza precedenti in relazione alle tecniche di ripresa e agli sforzi impiegati nella resa delle locations.
Un successo che, complici in prevalenza i bellissimi effetti speciali visivi che ottennero l’Oscar (frutto dell’operato di Joe Letteri e diverse compagnie tra le quali la Industrial Light & Magic di George Lucas e la ILM, che addirittura si avvalse di un attore virtuale per ricreare la scena del tentacolo acquatico), non registra eguali nella storia del cinema.
Un tripudio di artifici punta a creare il fascinoso contrasto fra l’oscurità degli abissi marini e un magico gioco di luci e forme voluttuose, miracolo di fronte al quale il Bud di Ed Harris e la Lindsey di Mary Elizabeth Mastrantonio vedono concretizzarsi un grande messaggio per l’umanità.
Fanno la differenza la fotografia di Mikael Salomon e le scenografie di Leslie Dilley, esaltate tanto dalla regia di Cameron quanto dalla colonna sonora meravigliosamente riempitiva di Alan Silvestri. La pellicola, in tal senso, muta in un’apoteosi, un autentico piacere per gli occhi che sa farci emozionare in virtù di una trascendentale grandezza derivante dal contatto del terzo tipo con il Popolo del Mare.
Curiosità
La lavorazione del film si rivelò talmente stressante per il cast che alcuni attori, sfiniti, non parteciparono agli eventi di promozione.