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- Drammatico, Recensioni

Tre piani

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Titolo originale: Tre piani

Regia: Nanni Moretti

Sceneggiatura: Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella

Cast: Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Nanni Moretti

Musiche: Franco Piersanti

Produzione: Italia 2021

Genere: Drammatico

Durata: 119 minuti

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Regia: stellastellastellastella

Interpretazione: stellastellastella

Sceneggiatura: stellastellastellastella

Musica: stellastellastella

Giudizio: stellastellastellastella

 

Trama

In una palazzina a tre piani della periferia romana si consumano le esistenze dei suoi inquilini fra difficoltà improvvise, monotonie quotidiane e fatti sconvolgenti. Il giovane Andrea (Alessandro Sperduti) investe ubriaco una donna in piena notte, uccidendola sul colpo. Il conflitto con il padre Vittorio (Nanni Moretti) trova ulteriore esasperazione quando il genitore rifiuta di abusare della propria posizione di giudice per evitare al figlio il carcere, preferendo che il ragazzo venga processato e giudicato.

Lucio (Riccardo Scamarcio) e Sara (Elena Lietti) sono soliti lasciare la piccola Francesca agli anziani vicini Giovanna (Anna Bonaiuto) e Renato, ma un pomeriggio l’uomo, affetto da demenza senile, si perde nel parco con la bambina. Dopo averla ritrovata, Lucio sospetta che la figlia abbia subito una violenza sessuale.

Monica (Alba Rohrwacher) è costretta a crescere da sola la neonata Beatrice a causa dei continui viaggi all’estero del marito Giorgio (Adriano Giannini). Spesso preda dello sconforto e della paranoia, trova una voce amica in Roberto (Stefano Dionisi), il cognato che Giorgio ha deciso di tenere lontano dalla famiglia dopo una furiosa lite avuta in passato.

Recensione

Tre piani è l’ennesimo film che conferma la sensibilità registica e narrativa di Nanni Moretti, da anni molto più interessato a indagare il contesto sociale anziché lo sfaccettato prisma politico di cui non è più fervido attivista ma piuttosto un fine analista. Presentata alla 74a edizione del Festival di Cannes e accolta con 11 minuti di applausi (meritati), la pellicola del Moretti regista risulta la prima basata non su un soggetto originale da lui scritto ma su un romanzo, in questo caso l’omonimo lavoro letterario dell’israeliano Eshkol Nevo, edito nel 2015.

Adattato tramite una sceneggiatura a sei mani (Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella), il libro funziona anche filtrato dalla cinepresa ed esacerba il malcontento di una comunità costretta a fare i conti – per mezzo dei singoli membri – con un destino puntellato da equivoci, errori di valutazione, ferite mai chiuse, lacerazioni e gravi mancanze.

Tre piani, altrettante generazioni coinvolte, tre situazioni afflitte da anomalie e controversie, diverse l’una dall’altra come diversi si pongono gli atteggiamenti dei vari interpreti. In questa pluralità di vicende resta un filo comune, la solitudine, tangibile nella neomamma Monica (solo pollice in su per l’ottima Alba Rohrwacher), sopita in Lucio e intermittente in Dora (Margherita Buy), testimone della spaccatura mai sanata fra il marito Vittorio e il figlio adolescente Andrea.

E in questa terza storia – che si concatena alle altre in virtù della perpendicolarità dei segmenti episodici non distinti ma, al contrario, legati dalla lineare cronologia – il Moretti genitore-giudice è davvero grande, perché rinunciando alla tentazione di coprire la prole colpevole si fa in qualche modo garante del corretto corso della giustizia. Non poteva essere altrimenti per l’uomo di sinistra che si è sempre dimostrato, tenendo alto il vessillo dei valori corrisposti nel vissuto e sottratti alla mera retorica.

Nella spirale di Tre piani i nodi da sciogliere si susseguono e in una scrittura che regge egregiamente, il cast corale sa muoversi in perfetto unisono come i fedelissimi collaboratori di Nanni, la scenografa Paola Bizzarri, il direttore della fotografia Michele D’Attanasio e il compositore Franco Piersanti.

Quello di Sacher Film, Fandango, Rai Cinema e Le Pacte è un dramma che viaggia molto in profondità, insiste sul subdolo senso di colpa, sfiora il peccato e contorna scampoli di sessualità mai spinta né demonizzata. È la gloria della vulnerabilità umana, impotente di fronte al fato eppur beneficiante, quasi sempre, di una seconda possibilità.

Curiosità

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Margherita Buy recita per la quarta volta in un film diretto da Nanni Moretti.

 

Immagini: Copyright © 01Distribution

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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