Titolo originale: Journey to the center of the Earth
Regia: Henry Levin
Sceneggiatura: Walter Reisch, Charles Brackett
Cast: James Mason, Pat Boone, Arlene Dahl
Musiche: Bernard Herrmann
Produzione: USA 1959
Genere: Avventura
Durata: 132 minuti
Regia:
Interpretazione:
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Musica:
Giudizio:
Trama
L’ambizioso scienziato scozzese Oliver Lindenbrock (James Mason) organizza insieme a tre compagni un’ardita spedizione per raggiungere dalla bocca di un vulcano islandese il centro della Terra. Il viaggio si rivela pieno di insidie, ma anche di molte sorprese e scoperte eccezionali.
Recensione
Un altro piccolo sogno vede la sua realizzazione grazie alle potenzialità dell’industria cinematografica. Sul grande schermo approda un classico dell’avventura, Viaggio al centro della Terra, trasposizione dell’omonimo romanzo datato 1864 e scritto dal geniale e visionario Jules Verne.
Il regista Henry Levin si rivela pienamente all’altezza del compito e provvede a segnare il genere esplorativo con abilità e ottimizzazione di risorse. Ricalcando la tipica atmosfera disneyana (ma la casa di produzione non c’entra in questo caso), il racconto è tessuto via via da una serie di emozioni e colpi di scena che raggiungono un apice certamente ricco di pathos e coadiuvato da un pressante senso di immedesimazione legato al cliché avventuroso.
Personaggi piuttosto ordinari vengono immersi in un contesto straordinario, nel quale a farlo da padrone intercorrono ambientazioni al limite del surreale, punti di incontro fra scienza e ignoto, mito e oblio, coesi grazie all’eccitamento derivato dal motivo dell’esplorazione.
Il gruppo funge da corpus teatrante capace di suscitare quell’ilarità propria di un fumetto o di una commedia a tratti grottesca, ma sempre intelligente e mai banale nell’essere delineata. Trascurando numerose imprecisioni a carattere scientifico, e svincolandoci dunque da velleità superflue, il film scorre e appassiona col sorriso, come da intento di Verne.
Levin si muove con facilità sul set, in considerazione del fatto che gli risulta sicuramente agevole riprendere la maggior parte delle scene nel teatro di posa, centellinando le sequenze in esterno, piuttosto rare.
Tenendo tutto sotto controllo e studiando inquadrature efficaci con dissolvenze delicate e fermezza d’immagine, il cineasta ottiene un prodotto decisamente di qualità, in grado persino di sfiorare la statuetta dell’Oscar nelle categorie scenografia, suono ed effetti speciali. Alla fine nessun premio ma un posto nell’Olimpo del genere, il traguardo più ambito.
CINEFOCUS
Viaggio al centro della Terra (libro)
Curiosità
Gli effetti speciali impiegati nella pellicola furono innovativi per l’epoca.