Titolo originale: Life of Pi
Regia: Ang Lee
Sceneggiatura: David Magee
Cast: Irrfan Khan, Suraj Sharma, Gérard Depardieu
Musiche: Mychael Danna
Produzione: USA 2012
Genere: Avventura
Durata: 127 minuti
Miglior regia, effetti speciali, fotografia, colonna sonora
Regia:
Interpretazione:
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Giudizio:
Trama
Pi (Suraj Sharma), diminutivo di Piscine Molitor Patel, è costretto a lasciare l’India al seguito della sua famiglia diretta in Canada per vendere gli animali del proprio zoo. Nel corso della traversata, però, la nave viene abbattuta da una tempesta, lasciando Pi come unico uomo superstite, in compagnia di una poco socievole tigre del Bengala. Comincia così un nuovo viaggio per la sopravvivenza.
Recensione
Chiamarsi Piscine Molitor in onore di una prestigiosa piscina pubblica parigina non deve essere entusiasmante; l’immediatezza e l’innocente crudeltà dei bambini fanno presto a trasformare Piscine in Piscione. Si spiega così il passaggio da un nome eccentrico a un altro non meno stravagante, ma sicuramente più ricco di sfumature: Pi, semplicemente, come Pi greco, un numero che anela all’infinito.
Pi, però, non anela soltanto all’infinito. Questo ragazzo curioso e intraprendente riesce ad abbracciare con lo stesso ardore tutte le religioni, ad abbandonarsi in esse e ad aggrapparvisi quando la tempesta spazza via tutto il resto: famiglia, amore e un’intera vita si inabissano nelle profondità dell’oceano, lasciando Pi al proprio destino.
Con la stessa risolutezza, Pi riesce a sopravvivere, convivendo addirittura con una tigre del Bengala, riuscendone a domare l’istinto animale; con disincanto, tuttavia, capirà anche che l’apparenza non coincide con la realtà e non tutte le orecchie sono in grado di ascoltare la sua storia.
Perché Vita di Pi, tratto dall’omonimo romanzo di Yann Martel, non è un semplice film d’avventura bensì una favola ricca di magia, con qualche nota mistica, assolutamente unica nel suo genere. E il 3D nelle sapienti mani di Ang Lee per una volta ha ragion d’essere, non è un superfluo orpello ma un elemento imprescindibile della narrazione, che completa le immagini e ne fornisce il senso.
Come il protagonista, anche lo spettatore si trova inizialmente sommerso dalle magnifiche immagini; poi, quando gli occhi non annaspano più riuscendo ad assorbire tanta bellezza, può avviarsi con animo sereno seguendo il corso della storia ma, proprio quando sembra che tutto sia già stato fatto e detto, si troverà nuovamente di fronte a un bivio.
La vita di Pi non si esaurisce nelle oltre due ore di durata del film, ma prosegue confusa e tortuosa fino a quando ognuno prende la propria decisione: abbandonarsi a un atto di fede o aggrapparsi alla più ferrea razionalità.
CINEFOCUS
Invece di saltellare da una religione all’altra, perché non cominci dalla ragione?
Curiosità
La pellicola tratta ben tre religioni, ovvero Cristianesimo, Induismo e Islam.