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Alassio: la (ex) perla della Riviera ligure è diventata una caotica Babilonia

Quando si parla di Alassio, bisogna necessariamente rievocare i lustri del passato poiché nel presente è rimasto veramente poco dell’ex perla della Riviera ligure. La cittadina in provincia di Savona – che in tanti ricordano come l’epicentro della sana mondanità negli ormai remoti anni ’60, ’70 e ’80 – appare oggi nelle madide vesti di una caotica Babilonia che non ha resistito alla prova del tempo, letteralmente consumata dai moderni flussi turistici.

Vacanze ad Alassio: un azzardo

È invecchiata e male, soffocata in estate dai tubi di scarico delle auto che arrivano ovunque, congestionando l’Aurelia e lambendo gli pseudo-pedonali budello (carruggio-struscio del borgo) e lungomare. È un continuo strombettare e filare di motorini sfreccianti in ogni direzione, rumorosi, fragorosi, estremamente fastidiosi.

Di biciclette elettriche se ne vedono poche, di quelle a pedali tante, ma ferme e appoggiate qua e là quasi fossero abbandonate o di semplice corredo. I monopattini risultano meno numerosi dei camion e dei furgoni adibiti a rifornire gli esercenti.

Per i pedoni è dura: più facile attraversare l’arteria stradale principale (l’Aurelia) che via Dante e relative traverse, le cui strisce sono diventate aree di sosta o addirittura parcheggio degli abituées alla prepotenza e al menefreghismo più totale e spocchioso. Andare in vacanza ad Alassio è diventato un azzardo se non un fallimento in partenza, visti i sempre maggiori afflussi e alcuni servizi incapaci di stare al passo, ad esempio la nettezza urbana.

Turismo di massa e ritmi frenetici

I turisti decuplicano ma anziché progredire, l’urbanità complessiva peggiora, sporcizia e rifiuti imperversano in zone centrali, i prezzi aumentano vertiginosamente, l’ambizione al relax naufraga miseramente. Persino la sabbia sulle spiagge scarseggia, perché il litorale – ca. 3.700 metri inframezzati dal Molo Bestoso – se lo sta mangiando il mare, anzi se lo sta riprendendo.

Alassio vista dalla collina

Questo, ovviamente, non scoraggia gli stabilimenti balneari, i cui lettini e sedie – spesso assiepati a creare una piccola giungla di tribù impregnate di crema solare – si pagano a peso d’oro anche se fatti di tela, legno o alluminio. Certo, permangono le spiagge libere… pochi mq che hanno odore e sapore di elemosina.

Per quanto Alassio stia visibilmente perdendo colpi involgarendosi alla mercé dei ritmi frenetici delle masse, resta nonostante tutto un luogo attrattivo, dove spendere soldi in aperitivi, brunch, lunch, apericene e salottini, acquisti smodati e vezzi a non finire. Tanti i giovani e giovanissimi, comitive mordi e fuggi, agiati figli di papà e cocche di mamma, famiglie aficionados e imprenditori rampanti.

Nel popolo ospite c’è indiscutibile eterogeneità, tale da trasformarsi in curioso bestiario durante le settimane centrali di agosto, quelle cioé delle interminabili sfilate deluxe nel budello, delle code estenuanti nelle gelaterie (soprattutto quella di Alberto Marchetti) e nei supermercati.

Strutture ricettive, ristoranti e locali

Funziona tuttavia molto bene il comparto ricettivo: hotel (prestigiosi l’Hotel Savoia, l’Hotel Diana, l’Hotel Regina e il Grand Hotel Alassio Resort & Spa con il suo centro wellness termale Thalassio Medical Spa), ristoranti (l’ovvio must per tutti è il pesce fresco e in fatto di qualità si equivalgono), locali (si segnala La Madeleine B.B.CU. per la sua carta birre che conta oltre 30 distinte tipologie brassicole) e caffetterie (storiche la Pasticceria San Lorenzo, Balzola e l’Impero) mantengono efficienza e cordialità, con proposte valide che sanno rinnovarsi.

Cosa vedere ad Alassio: storia e cultura

Passeggiare di sera e godersi l’orizzonte marino, però, smette di essere un piacere se accompagnato da una calca a tratti logorante. Come evitarla? Mirando a scoprire la Alassio meno “alla moda” e “inflazionata”, ovverosia il suo lato storico e culturale per il quale non esiste il pericolo che si sgomiti. Lontani dalla bolgia, inizia un viaggio nella vera bellezza del loco maris fondato in epoca medievale dal marchese Aleramo e dalla consorte Adelasia, da cui il nome “Alassio”.

Il Muretto di Alassio e statua di Adelasia

La località è famosa anzitutto per il suo iconico Muretto caratterizzato da oltre 550 piastrelle autografate da personaggi dello spettacolo, della televisione, del cinema, dello sport e della cultura. Si trova in via Dante Alighieri, di fronte al Caffé Roma, mitico locale un tempo ritrovo della Alassio bene ma oggi sminuito a cocktail bar di tendenza in cui non vi è più traccia della gloriosa Dolce Vita.

A pochi passi è ubicata la Galleria Berrino, che espone le opere d’arte realizzate dal compianto pittore Mario Berrino (di fama internazionale come il collega Luciano Lanati), vera istituzione della cittadina alassina e creatore de facto del Muretto insieme al caro amico Ernest Hemingway.

Alassio ha mosso i suoi primi passi come borgo di pescatori, nascendo presumibilmente intorno al 900 d.C, quando veniva chiamato Burgus Alaxii. Il pericolo delle incursioni dei pirati saraceni spinse la popolazione a dotarsi di una torretta di avvistamento eretta nel XVI secolo nell’area costiera di Borgo Coscia: la costruzione è attualmente conosciuta con il nome di Torrione Saraceno o Torrione della Coscia.

La Cappella Stella Maris

Procedendo verso Levante, spunta la Cappella Stella Maris dedicata ai caduti del mare: è un punto particolare che offre una vista panoramica eccezionale e romantica che include tutto il litorale alassino, l’isola Gallinara entro il Santuario dei Cetacei (avvistabili delfini, capodogli, tartarughe marine e balene) e il Porto Luca Ferrari, laddove sono ormeggiate barche, yacht e imbarcazioni adibite a diverse funzioni.

Il Porto andrebbe valorizzato e rispetto al centro di Alassio è davvero un mondo a parte, o meglio una dimensione parallela che rallenta lo scorrere del tempo fra pescatori che preparano le reti per le battute al largo, amanti delle immersioni subacquee intenti ad approntare le attrezzature necessarie, cantieristi e viandanti occasionali.

I tesori della cittadina

La Chiesa di Santa Croce sull’Antica Strada Romana

L’area collinare è la più distante dal trambusto e regala pace ed esclusività, proteggendo tesori da ammirare in tutta la loro maestosa compostezza. Ecco allora rivelarsi la Chiesa di Santa Croce sull’antica Strada Romana, la Chiesa della Madonna delle Grazie e il Santuario di Nostra Signora della Guardia, diverse per estetica e architettura rispetto alla Chiesa di Sant’Anna sul budello, alla Chiesa conventuale dei Frati Cappuccini e alla Parrocchiale di Sant’Ambrogio posta sull’Aurelia.

Di interesse più civico che religioso Palazzo Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, Palazzo Brea, Palazzo Scofferi e Palazzo Bonfante. Ad appena dieci minuti di salita dalla stazione si estende un’oasi botanica di raro splendore, i Giardini di Villa della Pergola, da visitare con guida multilingue soprattutto ad aprile (il mese del Festival Nazionale della Cucina con i Fiori), quando fioriscono gli stupendi glicini. Attorniano il Ristorante Nove, specializzato in cucina gourmet.

I Giardini di Villa della Pergola

Su Viale Hanbury sorge la piccola ma significativa Richard West Memorial Gallery, mentre in prossimità di Piazza Partigiani è accessibile al pubblico la Pinacoteca Carlo Levi. Occorre ricordare che Alassio fu nel XIX secolo una sorta di colonia inglese ed è grazie a famiglie britanniche come gli Hanbury, i Gibb e i McMurdo che ha potuto assurgere pienamente allo status di epicentro turistico in Liguria. Da vedere dunque la English Library e l’ex Chiesa Anglicana trasformata in sala teatrale.

Il paniere enogastronomico alassino contiene alcune tipicità degustabili solo qui, dai riconosciuti Baci di Alassio inventati dal maestro pasticcere Pasquale Balzola al ventre di tonno e alla biscetta, originari rispettivamente delle frazioni Moglio e Solva.

Consiglio finale: visitate Alassio in primavera, la stagione perfetta per seguire itinerari ad hoc in tutta tranquillità, senza troppa calura e troppo turismo.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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