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Castello dei Principi d’Acaja a Fossano

Sette secoli di storia, oltre 160.000 volumi bibliografici, memorie del passato e persino un fantasma avvezzo a percorrere di tanto in tanto i camminamenti nel cuore della notte. Il Castello dei Principi d’Acaja – sito vincolato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – è un contenitore di reminiscenze accumulate dalla prima metà del ‘300 fino a oggi.

Domina il centro di Fossano, di cui è incontrastato simbolo medievale, fiero in virtù dell’imponente struttura, dell’ex fossato perimetrale e delle sue torri quadrate. Il monumento rappresenta de facto la cittadina in provincia di Cuneo, è divenuto un’attrazione turistica, iscritto nel circuito Castelli Aperti, visitabile tutto l’anno.

Per inciso, il Piemonte è al momento la prima regione per numero di castelli, ben 1.874. Il dato proviene dall’Atlante Castellano Italiano, un progetto di censimento, inventario e mappatura delle strutture fortificate su territorio nazionale in costante aggiornamento dal 2022, portato avanti dall’Istituto Italiano dei Castelli, organizzazione culturale senza scopo di lucro nata nel 1964 per volontà di Pietro Gazzola, dal 1991 riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali.

Costruzione, ampliamenti e destinazione: da castrum a residenza signorile

Fossano venne fondata nel 1236, il maniero costruito poco meno di un secolo dopo (fra il 1314 e il 1332, ampliamenti compresi): si può dire che la realtà urbana e quella castellare si siano evolute quasi in simbiosi, sotto l’egida della potente famiglia dei Principi d’Acaja, genealogicamente legata alla casata reale dei Savoia.

Filippo I d’Acaja ordinò l’erezione della casaforte per scopi difensivi, ma furono proprio i regnanti sabaudi a convertirla in residenza signorile prima di un’ulteriore destinazione d’uso, ovvero quella di prigione per valdesi (fine ‘600) e caserma militare (‘800). In effetti, osservando l’impianto esterno si può notare come ancora oggi siano evidenti elementi diversi ma armonizzati, a creare una summa di rimandi architettonicamente diversificata.

All’interno questa magnificenza purtroppo si depotenzia e il fascino del passato ha lasciato il posto a vari riadattamenti che restituiscono ben poco di storicamente originale. Considerando che nel ‘400 il castello fu arricchito e dotato di sala del trono, alloggi principeschi, cappella, cantine e decorazioni scultoree, oltre a una quinta torre contenente cucine, forni e locali supplementari, oggi la visita non si traduce in una vera immersione in tali ambienti: è piuttosto un’occhiatina breve di ca. 60 minuti, una sintesi incompiuta in un unicum dall’imprinting cinquecentesco.

Percorso di visita

Le visite iniziano dal cortile porticato e proseguono attraversando Archivio Storico e Biblioteca Civica (istituita qui nel 1985), modernizzata e attualizzata a esclusione delle travi del soffitto, che hanno resistito al tempo e sono state dunque lasciate. Non vi è invece più traccia dei mobili antichi, resi legna da ardere dagli sfollati della Seconda Guerra Mondiale per riscaldarsi durante il freddo inverno.

La scala a chiocciola in pietra collega i vari livelli e in uno di essi s’apre una stanza museale sopra la quale si estende la volta a grottesche dipinta dal fiammingo Jan Kraeck, italianizzato Giovanni Caracca. Le sue decorazioni risalgono alla fine del ‘500. È lo stesso artista – impersonato ovviamente da un attore in una clip proiettata sul muro – a raccontare le fasi di realizzazione dell’opera e qualche simpatico aneddoto.

Più che la cima della torre panoramica – utile a offrire una veduta a 360° su tutta Fossano e le montagne che ne coronano lo sfondo (con l’ausilio di un allestimento multimediale e di speciali monitor per la fruizione in realtà aumentata) – sono i camminamenti coperti a provocare una certa suggestione nei visitatori, messi al corrente della presunta presenza notturna del fantasma della duchessa Bona di Savoia, vedova di Galeazzo Maria Sforza (e tradita a più riprese dallo stesso), consumata da numerosi dispiaceri, pettegolezzi, malelingue, e spirata il 17 novembre del 1503.

Il programma e le info relative alle visite guidate sono presenti sul sito di VisitFossano.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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