san bernardo e san grato pianezza
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Chiesetta di San Bernardo e San Grato, la Cenerentola degli Alpini a Pianezza

chiesetta campestre di san bernardo e san grato pianezzaPassano gli anni, Pianezza muta, si trasforma, cresce ed evolve nella modernità che inesorabile tocca anche il più impercettibile borgo presente su questa Terra eppure… chiunque si trovi a passeggiare nei dintorni della Chiesetta di San Bernardo e San Grato ha solo bei ricordi d’infanzia, rimembranze fanciullesche, mnemonici spot in cui ci si rivede a giocare a nascondino, a cogliere l’essenza di un eremo, a godere di un irreale silenzio ai limiti dell’abitato.

Già, questo minuscolo edificio fa quest’effetto, semplicemente emoziona poiché nella sua somma semplicità emana poesia, dai cangianti riflessi del Pascoli puro, proiettata fra i pertugi di un passato felice, quello di molti di noi. Ed è così che tale luogo diventa una sorta di dieresi dai molteplici significati e con una storia tutta sua, intima e bellissima quanto lievemente malinconica, connaturata a una parabola di resurrezione.

I decani della cittadina a pochi km da Torino in Piemonte ben sanno come si presentava questa cappella timida e discreta prima dello scoccare del Terzo Millennio. L’hanno vista indossare dopo molto tempo i panni di una fiabesca Cenerentola, senza che l’incanto svanisse a mezzanotte. È ancora lì ed è un piacere ammirarla nella sua postura da innocente pastorella fatta di mattoni, pietre e tanto amore. Quell’amore espresso dalla comunità degli Alpini e che ha permesso una seconda vita di splendore.

La storia della piccola chiesa

chiesa san bernardo e san grato lato ovestLa prima edificazione risalirebbe secondo alcune accreditate fonti storiche alla seconda metà del ‘400 (iniziando tuttavia a essere menzionata intorno al 1660), con intitolazione della struttura ai santi Bernardo e Grato, cui la popolazione locale dedicò una festa solenne e una processione volta a ingraziare la prosperità delle campagne e dunque dei raccolti.

Ma l’usura del tempo sa essere implacabile, tanto da indurre due rettori (esponenti maggioritari di un consiglio di agricoltori) a decidere un restauro riparativo focalizzato sui pilastri angolari, facciata, volta, porticato e affresco raffigurante la Madonna col Bambino e i due Santi al di sopra dell’altare.

Risalgono al 1841 nuovi interventi di ripristino e abbellimento con aggiunta di tre rilievi in terracotta realizzati da Giovanni Calvetti: L’Annunciazione e La Fuga in Egitto presero il posto del vecchio affresco. Quando però, successivamente alla Seconda Guerra Mondiale, la chiesetta quasi si sgretolò cedendo in ogni sua parte fuorché qualche muro declassato a rudere sofferente, a molti pianse il cuore di fronte alla convinzione di non poterla più recuperare.

Il progetto di ricostruzione

roccia alpini Dice il proverbio “Volere è potere” e a crederci fu l’ANA – Associazione Nazionale Alpini che, mossa dall’intento di ritrovare uno dei massimi punti di riferimento di Pianezza, si assunse l’onere di presentare al Comune un progetto di ricostruzione, fedele alla primigenia idea strutturale dell’antica chiesa, ergo agli originali canoni estetici (se ne fece garante il capocantiere geom. Carlo Truccero).

Il progetto venne accolto e sostenuto dalla Soprintendenza per i Beni Culturali, si stanziò il fondo necessario alla Fenice per levarsi dalle proprie ceneri e la prima pietra venne posta il 25 marzo 2000, data impressa in quel masso in prossimità del lastricato e accanto alla bandiera tricolore che sventola fiera quando il vento soffia.

san bernardo e san grato pianezzaChi imbocca la Via dei Pasturanti accede alla cappella rurale divenuta simbolo di un miracolo, ovvero della caparbietà dell’uomo, della sua fatica ma altresì del suo inesauribile entusiasmo. La Chiesetta di San Bernardo e San Grato conosce un’altra giovinezza, sottratta all’abbandono e alla rovina.

Il moncone che si ergeva dai rovi attorniandosi di macerie è solo uno spettro sbiadito. Intitolata a San Bernardo del Montjou – patrono di alpinisti, montanari e donne gravide – e San Grato – protettore della campagne da grandine e insetti – la cappella ha conservato un’anima fluorescente.

La testimonianza dell’alpino Franco Amadei

alpino franco amadeiL’alpino Franco Amadei, ex funzionario della Guardia di Finanza, ha vissuto da testimone-protagonista l’evento della rinascita e ci racconta qualche aneddoto dopo aver accuratamente eseguito la manutenzione settimanale della Cenerentola campestre, armato di ramazza e tanta dedizione:

I mattoni che compongono i pilastri in facciata e parte della struttura provengono da una vecchia cascina di Druento e sono stati puliti a mano uno dopo l’altro, unendoli alla pietra sopravvissuta del vecchio rudere, a laterizi d’epoca e materiali moderni come il cemento di cui si costituisce l’ambiente interno. Le celle a protezione delle finestre provengono invece dai sotterranei del castello di Maria Bricca.” – e aggiunge che – “è sempre un piacere vedere visitatori che si interessano alla nostra chiesetta. Questo ci ripaga di tutto il sudore che abbiamo versato.”

Descrizione della struttura: impianto e interni

collage immagini san bernardo e san grato chiesaLa chiesa ha un impianto essenziale delimitato da un recinto in legno, comprende due pilastri in facciata, classico tetto triangolare sormontato da una croce in ferro stilizzata e un esile campanile a vela. Il sottotetto a travi lignee ombreggia l’ingresso, una porta fra due finestre rettangolari a sviluppo verticale e un rosone non istoriato né cromatico.

Internamente tutto si raccoglie in pochi metri quadrati: risalta al centro la raffigurazione pittorica dei santi protettori ad opera dell’artista Lia Laterza, ai lati quadri di Guglielmo Meltzeid e, sulla parete destra, un commovente crocifisso intagliato nel legno che reca la firma di Felice Dellerba.

La cattedrale nel verde dei prati fra segni divini e ispirazione

Ogni anno la chiesa fa da sfondo ai festeggiamenti dell’Epifania, durante i quali viene organizzato il Falò della Befana. Con il termine ἐπιϕάνεια , appunto “Epifania”, gli antichi Greci usavano indicare l’intervento di una divinità che manifestava la propria presenza attraverso un segno, una visione, un sogno, una percezione.

Probabilmente lo stesso segno che ha dato il là alla risurrezione della Chiesetta di San Bernardo e San Grato. Ebbene questo monumento – metaforica cattedrale nel verde dei prati in cui si inoltrano sentieri sterrati percorsi da instancabili camminatori ed escursionisti – continua a essere una grande ispirazione per tutti.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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2 thoughts on “Chiesetta di San Bernardo e San Grato, la Cenerentola degli Alpini a Pianezza

  1. Sono un fiero alpino socio del gruppo di Pianezza e sono rimasto incantato dalle descrizioni, narrazioni e sorprendenti cenni storici contenuti nell’articolo.
    Complimenti… leggendo mi è sembrato di entrare in una fiaba dove ho rivisto i miei amici alpini al lavoro per riabilitare un monumento della ns.Pianezza, probabilmente inconsapevoli del grande contributo portato alla città.
    Grazie infinite.

    1. Gentilissimo Giovanni,

      La ringrazio molto per gli apprezzamenti rivolti al mio articolo relativo alla splendida Chiesetta di San Bernardo e San Grato. Pianezza andrebbe valorizzata molto di più perché ha un patrimonio assolutamente pregevole sia a livello storico e architettonico che artistico. Vedremo cosa succederà in futuro.
      Ancora grazie e un caro saluto.

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