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Fontana di Piazza del Popolo, la Pupilla di Pesaro

fontana la pupilla in piazza del popolo a pesaroOgni città raccoglie il meglio nel proprio centro urbano, il cuore pulsante che la mantiene viva, turisticamente appetibile, attrattiva, splendente. Pesaro non fa eccezione e assume i massimi toni di libertà esprimendoli nell’ariosa Piazza del Popolo, fulcro del genius loci, laddove la scenografica Fontana La Pupilla – così la chiamava l’umanista urbinate Bernardino Baldi – non si limita a zampillare ma sembra addirittura emettere limpidi suoni, la somma piena dell’esuberanza idrica e della melodia en plein air.

Facile allora desumere che metaforicamente possa trattarsi di uno strumento musicale camuffato da elemento monumentale, creato per ispessire ulteriormente il blasone dell’elegante comune delle Marche, famoso tra l’altro per aver dato i natali nel 1792 al geniale compositore Gioachino Rossini, al quale si lega a stretto filo affermandosi come Città della Musica.

Storia di una fontana rediviva

La Pupilla rientra in una quadrilogia di fontane antiche restaurate in tempi moderni, presenti rispettivamente in piazza Lazzarini, Piazza Doria e in calata Caio Duilio nelle vicinanze del porto Canale.

fontana la pupilla pesaroLa sua storia non è lineare ma prevede una sequenzialità causale di fasi cronologiche. Quando Piazza del Popolo venne ampliata secondo volontà di Guidobaldo II Della Rovere, nel 1588 Francesco Maria II Della Rovere decise di far costruire una nuova fontana – alimentata dall’acquedotto – sostituendo il vecchio gioco d’acqua del XIV secolo presente in quello ch’è attualmente largo Mamiani.

Per celebrare la nascita del principe Federico Ubaldo Della Rovere nel 1605, si decise di aggiungere al monumento otto mascheroni e nel 1621 altri ornamenti e delfini bronzei in occasione del matrimonio fra Federico e Claudia de’Medici. Un radicale rifacimento avvenne tra il 1684 e il 1685 a opera dello scultore Lorenzo Ottoni, che aumentò il numero di getti d’acqua (sul liquido specchio vibrante si riflette il fiero Palazzo Ducale), essenzialmente per due motivi: incrementare l’estetica e consentire alla popolazione pesarese di abbeverare gli animali e lavare i carri.

Quella che vediamo oggi non corrisponde a nessuna delle versioni storiche ma all’emula fedele sorta nel 1960 dopo la distruzione della precedente fontana nel 1944, durante la seconda guerra mondiale. Nel 1988 il Comune ha provveduto a recuperare i colori originali del corredo scultoreo, ovverosia il bianco della pietra d’Istria e il rosso del marmo veronese.

Ristrutturata, pulita, arricchita, La Pupilla può essere considerata una rediviva, una risorta secondo il primigenio modello. Le scritte in latino riportate sul bordo perimetrale lato via San Francesco suffragano la sua attuale condizione: “In pristinam formam restitutus A.D. MCMLX (riportata alla sua forma precedente nel 1960 d.C.)”

Descrizione del corredo scultoreo: cavalli, tritoni e delfini

dettagli la pupilla pesaroLa fontana – come la particolare Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro ubicata in Piazzale della Libertà – è oramai un punto di riferimento, un luogo di incontro, di ritrovi giovanili, meglio un punto di osservazione che offre una visione a 360 gradi della piazza impreziosendola con la sua “tazza” sormontata da un giglio di pietra e i quattro cavalli marini ansiosi di balzare fuori dalla vasca ottagonale come i tritoni in groppa ai delfini.

Nella loro immobilità, queste adornanti sculture mitologico-zoomorfe mostrano una personale dinamicità partecipando in qualche modo all’aggregazione cittadina. Non parlano ma è come se lo facessero, possedendo una sorta di spirito capace di conservare la storica memoria di Pesaro, nominata Capitale Italiana della Cultura 2024.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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