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Il Teatro Mugellini, gioiello culturale di Potenza Picena

Il turismo si muove molto spesso per automatismi e luoghi comuni, dirottando l’attenzione sulle località più gettonate e menzionate, sempre sotto i riflettori al pari dei relativi points of interest. La Riviera del Conero nelle Marche, per esempio, registra ogni anno in estate flussi ininterrotti di vacanzieri provenienti anche dall’estero.

Lo splendido tratto di costa marchigiano è preso d’assalto per il mare cristallino e le bellissime spiagge, i caratteristici paesi affacciati sull’Adriatico, i monumenti castellari ed ecclesiastici, e naturalmente l’ottima cucina a base di pesce e specialità regionali. Nell’immediato entroterra, dunque a pochi km dal litorale, esiste una dimensione creata da piccole meraviglie, perle che talvolta vengono ignorate dalle masse di avventori, meritando invece una visita approfondita. La cultura viscerale delle Marche vive nel cuore di alcuni scrigni urbani discreti, timidi ma con tanto da mostrare.

Potenza Picena, fino al 1862 chiamata Monte Santo e situata entro la provincia di Macerata, rivela una doppia anima: la sua frazione marittima, Porto Potenza Picena, accoglie i bagnanti durante la stagione più calda, mentre il centro del paese si raccoglie durante l’autunno e l’inverno fra le prime propaggini collinari. Qui, tra le minuscole stradine acciottolate e le graziose piazzette s’erge nobile il Teatro Mugellini che, insieme al Centro culturale Ferdinando Scarfiotti, arricchisce il tessuto storico del borgo. Vale davvero la pena entrarci per scoprire quel che riserva, ed è tutto una sorpresa.

Arte e storia all’interno del Teatro Mugellini

Incastonato nel Palazzo Comunale ubicato in Piazza Giacomo Matteotti, il Teatro Mugellini ha appena 99 posti distribuiti in platea su una pianta classica a ferro di cavallo, cui si aggiungono altri 53 posti sfruttando i tre ordini di palchi (di cui uno a palchettoni) che si differenziano per le distinte decorazioni sui parapetti.

È un gioiello progettato dall’architetto recanatese Giuseppe Brandoni alla fine del XIX secolo: l’inaugurazione avvenne il 27 dicembre 1862 con l’opera drammatica “Il più brutto Uomo dell’Inghilterra ovvero Glocester il Crudele, soprannominato Cuore di Volpe”, interpretata dalla compagnia del capocomico Demetrio Mugnaini. Nel 1933 fu intitolato al pianista Bruno Mugellini, al quale Potenza Picena ha dato i natali.

Sensazioni e profumi ci arrivano da un luogo in incantevole stand-by da due secoli, che trasuda la magia del romanticismo teatrale trattenendo le emozioni di chi si ferma ad ammirare la sua importante maestà.

Essa si manifesta nel variopinto soffitto con rosone centrale circolare (e una tela realizzata a olio da Ignazio Tirinelli raffigurante l’Unità d’Italia sotto forma di giovane donna), nelle figure mitologiche che compongono la fascia ornamentale in stile greco, nelle vele dipinte da motivi floreali, faunistici e allegorici. Autore l’artista pittore Filippo Persiani.

Il palcoscenico, delimitato da una coppia di paraste stuccate in rilievo e fregiate di slanciati capitelli corinzi, rapisce gli sguardi soprattutto per l’eccezionale sipario largo 7,04 metri e alto 5,61, ove si trova raffigurata Minerva “zelante cultrice delle scienze e delle arti”.

Il Teatro Mugellini lega la propria storia anche ad alcuni decisivi interventi di manutenzione, a una chiusura per inagibilità nel 1970 e alla riapertura vent’anni dopo grazie a petizione popolare che innescò un restauro atto a implementare sicurezza e funzionalità. Il sipario fu recuperato nel 2006, dapprima rimosso e poi ricollocato per abbellire la scena.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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