L’isola Gallinara non è soltanto la naturalistica diva della Riviera di Ponente, ma una delle meraviglie splendenti che imperlano il Santuario Pelagos, ovverosia il cosiddetto Triangolo dei Cetacei corrispondente alla porzione di Mar Tirreno che include l’intero litorale della Liguria, la costa toscana nella sua totalità, Corsica e Costa Smeralda in Sardegna.
Definito il quadro geografico, si comprende il contesto di appartenenza della piccola isola che impreziosisce il panorama godibile da Albenga e Alassio, le località più prossime. Il suo perimetro misura ca. 1 km e mezzo, mentre il punto più elevato raggiunge i 90 metri.
Tutt’intorno, la trasparenza dell’acqua indica un ecosistema puro, dal 1989 Parco Regionale tutelato a preservazione delle 8 specie di cetacei presenti, quindi balenottere, capodogli, zifi, stenelle striate, delfini, tursiopi, grampi e globicefali. Non è affatto raro avvistarli quando ci si avvicina, magari insieme a qualche piccolo squalo di passaggio.
Questo sorprendente scoglio verde ha assunto nell’immaginario collettivo forme sempre diverse a seconda delle diverse prospettive, eppure quella ricorrente (specialmente agli alassini) coincide con una tartaruga che guarda verso Capo Mele.
In realtà null’altro fa riferimento all’animale più lento per antonomasia, dal momento che la Gallinara deve il nome alla massiccia presenza di galline selvatiche soprattutto in epoca pre-romana.
L’architettura sull’isola: chiesa, villa e torre genovese
L’isola è di proprietà privata, ragion per cui approdi e ingressi vengono selezionati e contingentati a discrezione dei proprietari. Il patrimonio architettonico conta tre costruzioni: una struttura ecclesiastica d’inizio ‘900, una villa patronale voluta negli anni ’50 dal Commendatore Riccardo Diana (primo vero abitante in loco per alcuni decenni dopo aver portato acqua, energia elettrica e linea telefonica) e una torre di avvistamento datata 1585.
Proprio la Torre Genovese si costituisce Patrimonio Storico, fatta erigere dal Podestà di Albenga a difesa del litorale contro i numerosi attacchi di pirati e razziatori. La posizione acquisì un’importanza strategica davvero rilevante, godendo di una distanza di 1.500 mt dalle spiagge.
La villa, oggi completamente restaurata e suddivisa in due ambienti deluxe dotati di piscina, sorge sulle fondamenta dell’antico Monastero Benedettino. Invero, la Gallinara potrebbe raccontarci tante leggende e storie fantastiche connesse a un sacro misticismo ancora ben vivo tra le tante intercapedini rocciose.
Breve storia della Gallinara
Si narra che nel 300 d.C. San Martino da Tour si stabilì in una grotta per ripararsi dalle intemperie, vivendoci per due anni come eremita, scampando alle persecuzioni lariane e nutrendosi di un’erba velenosa che egli stesso rese miracolosamente commestibile. Si riconosce per la forma quadrata e ha una camera interna: è la Grotta di San Martino.
Nei secoli successivi, l’isola prosperò grazie a una comunità di frati benedettini che convinse papa Alessandro III a porre quei luoghi sotto protettorato pontificio, con relativi benefici economici e politici.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le truppe tedesche vi scavarono una serie di gallerie al fine di ammassarvi armi, munizioni, esplosivi e altri equipaggiamenti bellici che al termine del conflitto vennero gettati in mare. Per tale motivo è vietato ancorare barche e praticare immersioni a meno di 50 metri.
Fondali e attrattive
Ciò nonostante, i fondali rappresentano uno spettacolo unico ed estremamente stimolante per la subacquea e lo snorkeling. Esplorando il centro della Baia delle Sirene si può ammmirare la statua sommersa del Cristo Redentore, pregevole scultura posizionata nel 1998 a ben 18 metri di profondità. Nelle vicinanze si palesa l’arco degli innamorati, formato dalle falesie in superficie.
Alghe e muschi marini hanno ricoperto i relitti di due navi romane contenenti preziose anfore. Le correnti sono sfruttate da crostacei, molluschi, cernie, barracuda e stuoli di pesci variopinti. E proprio gli antichi Romani costruirono un approdo tuttora visibile all’interno del porto isolano, per metà adibito a operazioni di porto-soccorso in caso di avarie o difficoltà. L’altra metà è a uso privato.
Le attività del MolaMola Dive Team
L’isola della Gallinara presenta svariati punti di interesse lungo tutto il suo perimetro, esplorabile per mezzo di escursioni effettuate dall’imbarcazione del MolaMola Dive Team condotta dal giovane siciliano Giovanni Busè, in partenza dal molo H (posto 1) del porto “Luca Ferrari” della Marina di Alassio.
A bordo della barca a motore Sealight (possiede tutti i comfort ed è dotata di toilette) ci si gode un giro di ca. 1 ora comodamente seduti a poppa o a prua, toccando Punta Sciusciaù e Punta Faconara per osservare il volo dei gabbiani e dei cormorani nidificanti. Flora e fauna, sia ittiche che terrestri, sono il vero inestimabile tesoro dell’isola il cui territorio resta incontaminato.
Le attività organizzate dal MolaMola Dive Team sono molteplici, dal whale watching ai corsi di fotografia subacquea o in esterna, immersioni guidate, il già citato snorkeling e le serate con aperitivo al largo, fuochi d’artificio, musica e divertimento.