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La foresta storta e i suoi pini curvi in Polonia

A volte è sbalorditivo come luoghi assolutamente solidi e reali, grazie alla magia del cinema riescano ad accogliere vicende e personaggi fantastici alla perfezione e con un’armonia tale da far pensare che siano stati costruiti apposta. Certo, non tutti i posti sono adatti a evocare la giusta atmosfera, bisogna trovare quello giusto.

Lo sa bene il regista Matteo Garrone, che ha sguinzagliato un location manager per scovare il posto italiano più adatto in cui girare Il racconto dei racconti. In uno degli episodi, infatti, una delle vetuste sorelle viene buttata dalla finestra e rimane impigliata tra i rami di un albero. Arrampicandosi sulle pietre coperte da verde muschio, dal folto della foresta arriva una donna, la quale aiuta la vecchia a scendere praticandole un incantesimo che la fa ringiovanire.

Una foresta incantata nella Pomerania occidentale

Nella Pomerania occidentale in Polonia sorge un agglomerato naturalistico prodigioso e… misterioso. All’interno della pineta di Gryfin, che occupa una superficie di ca. 16 ettari, si estende una piccola area dove gli arbusti sono cresciuti con una conformazione molto strana, che li fa assomigliare a una J o a un punto interrogativo rovesciato. Si tratta della Foresta Storta, Krzywy Las in lingua polacca.

Nessuno ha saputo spiegare con certezza quale fenomeno abbia spinto gli alberi – dei pini per l’esattezza – a piegarsi in quel modo e le ipotesi spaziano dall’influenza di un particolare insetto a una tempesta di neve che ha fatto flettere i fusti ancora giovani, fino al passaggio dei carri armati durante la II Guerra Mondiale, o manifestazioni sovrannaturali. La teoria più diffusa è quella dell’intervento dell’uomo.

Infatti, alla base dei tronchi, tutti piegati verso nord con un angolo di 90°, si vedono i segni di una potatura avvenuta quando gli alberelli avevano tra i 7 e i 10 anni. Si notano caratteristici solchi ispessiti che si formavano nei punti in cui i tronchi dei giovani alberi venivano tagliati e piegati in una direzione.

Un tempo i pini ricurvi erano 400, ma oggi ne sono rimasti poco più di 50. Continuano comunque a orchestrare uno spettacolo molto suggestivo, quasi surreale: questo particolare concerto di esemplari si è guadagnato la nomina di monumento naturale nazionale capace di attirare tantissimi visitatori ed escursionisti che possono fare trekking lungo sentieri e piste ciclabili.

I fotografi ne approfittano invece per realizzare scatti unici. Vale la pena farci un salto anche solo per passeggiare e godersi il silenzio tra i profumi dell’erba, delle cortecce e delle foglie umide.

Da sempre il bosco stimola l’immaginazione dell’essere umano, suscitando in noi un misto di curiosità e paura, ma anche di riverenza per un’entità antica e misteriosa che sentiamo essere qualcosa di più di un insieme di alberi. Dal mito alla fiaba, la selva ha rappresentato per noi un luogo archetipico, che il protagonista è costretto ad attraversare per affrontare le sfide che nasconde  – e riemergendone poi come un uomo nuovo e più forte – o quello dove realtà e leggenda si fondono lasciando che chi ci si avventura possa sbirciare per un momento in un mondo fatato.

La Foresta Storta nei progetti sperimentali della PGE

Chissà che un giorno non vedremo sul grande schermo anche la Foresta Storta. Per dirla tutta, un film sulla Krzywy Las è stato girato: si intitola Czy ten las powstał dzięki ingerencji cywilizacji pozaziemskiej? (“Questa foresta è stata creata dall’intervento di una civiltà extraterrestre?”) ed è stato prodotto dalla fondazione PGE.

Si parla di una società elettrica pubblica, prima in Polonia nella produzione di energia nonché partner del progetto di rivitalizzazione volto a impedire la perdita dei preziosi pini piantati sul territorio. Esso prevede inoltre la creazione di due nuove piantagioni sperimentali realizzate con i semi degli alberi storti: nella prima area i pini verranno lasciati crescere naturalmente, nella seconda verranno successivamente piegati meccanicamente per riprodurre la tipica curva dei loro genitori.

Grazie a questo progetto, la bellezza della Foresta Storta verrà preservata e allo stesso tempo si troverà forse risposta alle domande sulla sua origine.

Benedetta Mossa

Romana, del '91, laurea in Psicologia, formazione teatrale e grande amore per la Settima Arte. Mi piace guardare le cose da prospettive diverse e credo che, se l'arte è sempre meravigliosa, il cinema è per tutti, entra nelle nostre case, nei nostri cuori e ha il potere di mostrare il mondo da angolazioni inaspettate.
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