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Martha’s Vineyard, l’isola di Amity che fu location de Lo Squalo di Spielberg

In tanti se lo saranno chiesti: ma l’isola di Amity che fa da sfondo al romanzo Jaws di Peter Benchley e alla sua trasposizione cinematografica diretta da Steven SpielbergLo Squalo, seguita da Lo Squalo 2, Lo Squalo 3 e infine Lo Squalo 4 – esiste veramente?

Ebbene, Amity è un nome di fantasia ma tutti gli scorci marini e la cittadina stessa che si vedono nel film fanno parte di un’unica location dai paesaggi perfetti per il regista e la troupe, complice del successo di un capolavoro pioniere dei moderni blockbuster. Parliamo di Martha’s Vineyard, e di cose da dire riguardo a questo bel lembo di terra ce ne sono tante.

Collocazione geografica: Amity come Martha’s Vineyard

Si premetta che nel libro di Benchley, Amity non è un’isola ma un piccolo centro abitato a sud di Long Island, in posizione mediana fra Bridgehampton e East Hampton. Nell’immortale film del maestro Spielberg (che rifiutò di girare i successivi tasselli del franchise), un primo indizio di dove si trovi effettivamente Amity ce lo offre il dialogo fra Hooper e Martin Brody durante l’apertura del canale digestivo dell’esemplare di squalo tigre catturato dai pescatori locali.

Rinvenendo nello stomaco una targa automobilistica della Louisiana, il biologo afferma che “proviene dalla corrente del golfo” (si riferisce al Golfo del Messico). Che si tratti della costa atlantica è facilmente desumibile nel sequel, quando all’arrivo dei velisti allo scoglio di Cable Junction, uno di loro dichiara appunto che “oltre c’è l’Atlantico”.

Mettendo assieme le poche informazioni (e qualche tattica nota di regia), risaliamo a Martha’s Vineyard, isola degli Stati Uniti d’America collocata in prossimità della costa meridionale di Cape Cod nel Massachusetts.

Caratteristiche dell’isola

Martha’s Vineyard conta una superficie piuttosto modesta, appena 231,75 kmq (ma secondo misurazioni meno territorialmente inclusive, sembra addirittura essere di soli 160 kmq, all’incirca al pari dell’isola d’Elba), ma anche la più rilevante della contea di Dukes nel New England. Dista tre miglia dalla terraferma e questa caratteristica la rende un luogo di villeggiatura estiva ideale soprattutto per chi intende godersi l’oceano senza caos, lontano dalle grandi città e dalla frenesia del continente.

Non è un caso che il nome dell’isola si traduca in italiano “la vigna di Marta” in virtù dell’amena tranquillità. Marta era anche la figlia dell’inglese Bartholomew Gosnold, che scoprì questo pezzo di terra incantevole nel 1602 nominandolo in omaggio alla figlia morta in tenera età.

Un’isola green dai paesaggi magnifici

Discreta, colta e silenziosa. Così si scolpisce nell’immaginario Martha’s Vineyard, un concentrato di scorci paradisiaci in cui la natura imperversa in armonia con un turismo slow e meditativo. Tutti gli itinerari contemplano l’automobile, ma si preferisce di gran lunga la bicicletta (esistono diverse piste ciclabili e la due ruote a pedali è noleggiabile) o l’autobus preposto a coprire i tratti di costa e la campagna, segnata da piccoli sentieri e placide strade.

Sempre l’autobus permette di visitare tutte e sei le comunità presenti, fra cui West Tisbury (con il suo Alley’s General Store, la bizzarra Field Gallery e il Martha’s Vineyard Glassworks), Katama (e la primordiale Katama Beach), Aquinnah (suggestive le sue scogliere, le Aquinnah Cliffs), West Chop, Lambert’s Cove e Menemsha, il cui porto appare in moltissime scene de Lo Squalo e Lo Squalo 2.

I panorami? Spettacolari. Il paesaggio? Elegante, sincero, stupefacente. Lungo la costa isolana si susseguono spiagge sterminate (e ben sei fari, compresi la Gay Head Lighthouse e il faro di Edgartown che si vede nel film quando viene scoperta per caso la carcassa dell’orca marina), lingue di sabbia bianchissima che s’inoltrano nell’oceano formando fondali turchesi ma poco profondi.

È il principale motivo per il quale Spielberg scelse quest’isola per le riprese: in tal modo il grande cineasta americano riuscì a rendere le sequenze degli attacchi dello squalo molto realistiche, potendo muoversi più agilmente rispetto ad altre aree a profondità maggiore ed efficientare il lavoro con le sue giganti creature meccaniche.

Da esplorare assolutamente le tre riserve naturali di Cedar Tree Neck Sanctuary, Long Point Wildlife Refuge e Polly Hill Arboretum, un alternarsi di boschi, scogliere, paludi e litorali.

Cosa vedere

Il nucleo abitato di Vineyard Heaven – che serba l’incrocio a cinque strade chiamato Five Corners – si compone di casette graziose, mentre i più bei cottages vittoriani si ammirano a Oak Bluff.

Si tratta delle Gingerbread Houses, 340 in tutto, abitazioni a un solo piano, color pastello conformate secondo i canoni dettati dalle fiabe, con decorazioni floreali, balconcini e portici corredati di classica sedia a dondolo, e poi finestre velate da tendine di pizzo. Insomma, un intero quartiere fantasy. E a Oak Bluff ha sede la più antica giostra in attività degli States, il Flying Horses Carousel.

La maggior parte dei negozi è allocata lungo la Circuit Avenue.

Edgartown

Le stupende case in stile Greek Revival – risalenti al XIX secolo – si inanellano lungo la Main Street di Edgartown. Dallo strepitoso lungomare si sale verso la North Water Street contraddistinta dalla presenza delle case dei capitani di baleniere, riconoscibili per i bricchi rossi, le persiane nere e i punti di osservazione sui tetti, utilizzati dalle donne per scrutare all’orizzonte i vascelli dei mariti al ritorno dalle battute di pesca. La storia di questi lupi di mare è raccontata dal Martha’s Vineyard Museum.

Dove mangiare: ristoranti e taverne

Sull’isola, inutile dirlo, i turisti hanno la possibilità di mangiare dell’ottimo pesce, gustoso e freschissimo. Consigliata la The Lookout Tavern per pranzi e cene a base di frutti di mare, astici e molluschi. I prezzi risultano più che accessibili: pensate che con 25 euro potete assaggiare la rinomata aragosta (in alternativa12 ostriche) e una buona birra. C’è poi la Black Dog Tavern, che serve le migliori zuppe di vongole dell’isola.

Il Larsen’s Fish Market serve pesce fresco direttamente al molo. Da non perdere nemmeno i menù del Right Fork Diner e The Port Hunter. Si passa decisamente di livello all’Atlantic, ristorante di alta gastronomia che a Edgartown propone branzino e granchio di guacamole semplicemente superlativi.

Dove dormire: hotel

Le due principali strutture ricettive si trovano a Edgartown, ovvero l’Hob Knob e l’Harbor View Hotel. Il primo consta di una dimora ottocentesca in stile gothic revival convertita in elegante eco-boutique hotel mentre il secondo, molto più imponente, è un albergo affacciato sull’oceano, costruito nel 1891 e amato da diverse celebrità. Altri Country Inn risultano più economici ma decisamente accoglienti.

Eventi e manifestazioni di rilievo

Momento topico dell’estate, la Grand Illumination Night si celebra il 14 agosto per rievocare la prima visita del Governatore del Massachusetts. Nell’ambito della festa, gli autoctoni agghindano le proprie case con lanterne cinesi e giapponesi variopinte, ritrovandosi in piazza per il mega concerto.

Come arrivare

Per arrivare sull’isola di Martha’s Vineyard occorre atterrare a Boston con un volo internazionale, successivamente completare il percorso a bordo del treno per Hyannis e poi prendere il traghetto.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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